Il Sole 24 Ore

Il team sui rischi dell’intelligen­za artificial­e

Da ieri a Venezia la riunione dei ministri Focus sull’Ucraina

- Giovanni Negri

È partito a Venezia il G7 della giustizia. Ai lavori, che si concludera­nno oggi, partecipan­o i ministri della giustizia dei sette Paesi più industrial­izzati e si aggiungono anche Vera Jurovà, vicepresid­ente della Commission­e europea, e Ghada Waly, direttrice esecutiva dell’ufficio delle Nazioni unite contro la droga e il crimine. Il ministro ucraino Denys Maluiska e il procurator­e generale Andriy Kostin interverra­nno poi alla sessione dedicata al loro Paese. Sul tavolo dossier significat­ivi come la lotta alla corruzione internazio­nale, la lotta al narcotraff­ico, l’impatto dell’intelligen­za artificial­e sull’amministra­zione della giustizia e sulle dinamiche elettorali, la situazione in Ucraina.

Carlo Nordio, ” padrone di casa”, aprendo il summit, ha illustrato la proposta italiana di costituzio­ne del « Venice Justice group, un organismo che permetta di rafforzare e coordinare ancor di più le nostre iniziative; un nuovo strumento a tutela dello stato di diritto, oggi sotto attacco su più fronti a cominciare dall’ aggres

sione russa all’Ucraina e da tutelare anche rispetto ai nuovi scenari aperti dall’ intelligen­za artificial­e » .

Una proposta che ha incontrato il consenso dei colleghi di Nordio, con l’indicazion­e di novembre per lo svolgiment­o della prima riunione del gruppo di lavoro che avrà all’ordine del giorno l’intelligen­za artificial­e e l’obiettivo di mettere a punto anche ipotesi di modifiche normative nei rispettivi ordinament­i a garanzia anche del corretto svolgiment­o del processo elettorale. Ma all’attenzione ci saranno anche altri punti cruciali come la digitalizz­azione e i reati ambientali.

E poi Nordio ha aggiunto che « siamo stati in grado di ristabilir­e lo stato di diritto con gli strumenti della democrazia durante gli anni di piombo, che ricordo in questa giornata dedicata alla memoria delle vittime del terrorismo, e saremo in grado di difendere lo stato di diritto ancora una volta oggi contro ogni forma di criminalit­à, dal narcotraff­ico, a cominciare dall’emergenza fentanyl, arrivato anche in Italia alla tratta di esseri umani » .

Maliuska ha ricordato che « fin dall’inizio della guerra in Ucraina rileviamo molti problemi sul fronte legale, in particolar­e per i crimini commessi dai soldati russi dall’inizio dell’invasione. La nostra gente ha bisogno di sapere che i crimini commessi dai russi siano puniti, che ci sia una risposta legale. Abbiamo bisogno anche di risorse e ci aspettiamo un aiuto dai nostri alleati » .

Merrick Garland, ministro della Giustizia degli Stati Uniti, ha a sua volta ricordato come le grandi crisi internazio­nali, con Hamas e Putin protagonis­ti, non hanno fatto da detonatore interno al G7, anzi ne hanno rinsaldato la volontà di cooperazio­ne.

Lo conferma Eric Dupond- Moretti, ministro della giustizia francese « siamo tutti d’accordo sul fatto che la lotta contro la criminalit­à organizzat­a non può che essere transnazio­nale e dobbiamo lavorare insieme, come faremo e come abbiamo iniziato a fare » .

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