Dinamiche incerte tra redditività e sostenibilità
Le metriche Esg continuano ad alimentare il dibattito finanziario. Una criticità di fondo riguarda la ben nota bassa correlazione nei rating Esg assegnati dalle diverse agenzie specializzate. La letteratura scientifica è sempre più ricca di contributi che affrontano il tema, come già discusso in un mio articolo pubblicato in queste pagine ( 16 marzo 2023). Alla base dell’eterogeneità di opinioni dei provider spiccano l’assenza di una definizione generalmente accettata di rischio di sostenibilità, la scarsa qualità delle informazioni specie per gli aspetti sociali, la mancanza di metodologie univoche di misurazione e la carenza di dati, in particolare per le piccole e medie imprese che risultano a rischio di esclusione.
Pur tenendo conto di questa eterogeneità, interessante appare la loro relazione con la performance finanziaria delle aziende, tra cui le classiche redditività dell’attivo ( Roa) e del capitale ( Roe). Le recenti evidenze empiriche mostrano una prevalente relazione positiva, ossia al miglioramento degli indici di sostenibilità si associa un aumento nella redditività. Ne è un esempio il lavoro di Whelan, Atz, Van Holt e Clark condotto nell’ambito del Nyu Stern Center. Passando in rassegna oltre 1.000 studi pubblicati sul tema tra il 2015 e il 2020, rileva che nel 58% delle imprese si registra una relazione positiva tra Esg e performance finanziarie, mentre nell’ 8% dei casi è negativa e nei restanti è mista o neutra. Quindi nel 42% dei casi si osserva una relazione dubbia. Un dato che può essere interpretato ricorrendo alle parole del premio Nobel per l’economia Robert Solow per descrivere il noto paradosso della produttività: « Vediamo i computer ovunque tranne che nelle statistiche sulla produttività » . Una possibile spiegazione usata dall’economista riguardava i ritardi temporali nella manifestazione dei benefici finanziari legati agli investimenti in tecnologia. Qui si può forse intravedere un’analogia con quanto si verifica tra redditività e sostenibilità. In altre parole, è presto per trarre considerazioni conclusive. Altrettanto delicata la relazione tra rendimenti azionari e rating ESG, che resta un argomento controverso. Alcuni studi suggeriscono che può esservi una correlazione positiva tra rendimenti azionari e metriche Esg ( tra gli altri Shanaev e Ghimire, 2022). Altri lavori indicano che tale correlazione è negativa in presenza di una bassa dispersione delle opinioni delle agenzie, mentre diviene non statisticamente significativa quando la dispersione è elevata ( Avramovet, Cheng, Lioui e Tarelli, 2022). Ne consegue un dilemma radicale: se per un investimento non è possibile escludere un conflitto tra gli obiettivi tradizionali di rendimento e quelli di sostenibilità, tra i due quale dovrebbe essere sacrificato? Non va dimenticato, infine, che i rating Esg sono lo strumento per assicurare che le risorse mobilitate attraverso i mercati finanziari si traducano in effettivi investimenti sostenibili. Come sottolinea il documento del novembre 2021 della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea Una finanza per il bene comune: « Solo se le società buone intendono operare investimenti generosi ed equilibrati ( dal punto di vista ambientale, sociale e della governance) nell’economia reale e necessitano di capitale proprio aggiuntivo, l’investimento sul mercato azionario Esg potrà fare veramente la differenza » . Un’affermazione che ci riporta alla basilare distinzione tra mercato primario e secondario. Il primo è dedicato alle nuove quotazioni di azioni e obbligazioni e consente alle imprese di raccogliere risorse fresche; il secondo è dedicato alle negoziazioni di strumenti finanziari già quotati con ricadute sul costo del capitale dell’impresa. È dunque naturale che se si parla di una negoziazione di titoli Esg sul secondario, l’impresa non raccoglie nuove risorse da destinare a investimenti, anche se può trarre un beneficio in termini di costo del capitale in occasione di eventuali futuri collocamenti sul mercato primario. Viceversa, se si parla di nuovi collocamenti di titoli Esg sul primario, all’impresa affluiscono in via contestuale capitali impiegabili per progetti sostenibili. È comunque sempre necessario che le imprese riorientino decisioni e comportamenti verso la sostenibilità, evitando utilizzi opportunistici.
è NECESSARIO CHE LE IMPRESE RIORIENTINO DECISIONI E COMPORTAMENTI VERSO POLITICHE SOSTENIBILI