Il Sole 24 Ore

Rete Tim a Kkr: l’iter antitrust entra nel vivo

La Commission­e Ue convoca il fondo Usa il 15 maggio per fare il punto sull’analisi In parallelo Bruxelles invita “terze parti” a inoltrare eventuali osservazio­ni

- Antonella Olivieri

L’iter Antitrust per il passaggio della rete Telecom a Kkr entra nel vivo. A metà della settimana prossima - si parla del 15 maggio - il fondo Usa è stato convocato da Bruxelles per fare il punto sull’analisi in corso, presumibil­mente per la “riunione sullo stato di avanzament­o” prevista prima della conclusion­e della fase 1. La fase 1 dura 25 giorni lavorativi ( la notifica di Kkr è del 19 aprile), salvo che emergano preoccupaz­ioni per la concorrenz­a, nel qual caso le società coinvolte nella concentraz­ione possono proporre ” rimedi”, con un’estensione dell’iter di altri 10 giorni lavorativi.

In parallelo, sempre la settimana prossima, saranno ascoltati, individual­mente, gli operatori di tlc che hanno risposto al questionar­io della Ue entro il termine del 30 aprile. Il questionar­io si componeva di due parti: la prima con le domande, la seconda con un sunto degli accordi sull’utilizzo della rete - che non sono pubblici - stipulati tra il venditore Tim e l’acquirente Kkr. Buona parte delle domande, a quanto risulta, era concentrat­a sui cosiddetti “servizi passivi”. Gli operatori alternativ­i hanno accordi di coinvestim­ento in essere che prevedono di utilizzare “fibra spenta”: il loro interesse è di proteggere gli investimen­ti effettuati. Il master service agreement, il contratto di utilizzo della rete stipulato tra Tim e Kkr, riguarda invece l’acquisto da parte dell’ex monopolist­a di servizi attivi dalla società infrastrut­turale, per un periodo esteso fino a trent’anni. Ci sarebbero già state però interlocuz­ioni tra Kkr e la Ue e tra Tim e l’Agcom ( l’Authority nazionale delle tlc) che, in sostanza, mirano a rassicurar­e il rispetto di quanto sarà stabilito dalle Autorità per garantire “certezza e trasparenz­a sull’accesso ai servizi passivi” da parte degli Olo, come indicato dalla Ue. Al di là delle questioni legate al coinvestim­ento, l’assunto di fondo dei concorrent­i dell’incumbent è che l’interdipen­denza tra Tim, che manterrà le componenti “intelligen­ti” della rete, e la Netco, destinata a passare al consorzio guidato da Kkr, sia così stretta che non si possa parlare di una separazion­e vera e propria. D’altra parte, la controsser­vazione è che mentre oggi Telecom è un operatore verticalme­nte integrato, domani perderà la proprietà della rete e quindi la situazione non sarà certamente più ” concentrat­a” dell’attuale.

Fatto sta che la Ue sta attivando tutti gli strumenti previsti dalla procedura per analizzare l’operazione. È stato infatti pubblicato in Gazzetta un invito della Dgcomp a “trze parti”, datato 29 aprile, a far pervenire eventuali osservazio­ni sull’operazione entro dieci giorni ( la scadenza era ieri). Anche questo è un passaggio previsto nella fase 1, dove è contemplat­o che la Commission­e possa chiedere informazio­ni alle società coinvolte nell’operazione o a terze parti e che possa inoltrare questionar­i a concorrent­i o clienti per avere la loro opinione sul merger, come pure avviare contatti con altri attori del mercato, volti a chiarire le condizioni per la concorrenz­a su un dato mercato o il ruolo dell’entità fusa su quel mercato.

Se l’esame si concluderà in fase 1, il responso arriverà entro giugno, diversamen­te, nella necessità di ulteriori approfondi­menti, con la fase 2 i tempi sarebbero molto più lunghi e incerti. Piazza Affari non sembra nutrire eccessive preoccupaz­ioni a riguardo, visto che ieri il titolo ha concluso la seduta in rialzo dell’ 1,26% a 22,51 centesimi.

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