Investitori qualificanti per imprese, banche e fondi di investimento
Catella ( Coima): « Un fondo può moltiplicare per 24 il capitale investito »
La Casse previdenziali italiane sono considerate da imprese, fondi di investimento e banche al cui capitale partecipano come investitori qualificanti in grado di portare un valore aggiunto negli investimenti che a loro volta i soggetti partecipati gestiscono.
Manfredi Catella, fondatore e Ceo di Coima sgr, ha voluto fornire la misura della potenza di un fondo – in questo caso il primo fondo discrezionale italiano esg, il Coima Esg City Impact Fund – di moltiplicare l’effetto del suo investimento nell’economia reale. Uno studio è stato realizzato da Coima, in collaborazione con
Ambrosetti e Human Foundation: il fondo è partecipato da alcuni tra i maggiori investitori istituzionali italiani ( Cassa Forense, Cassa Dottori Commercialisti, Fondazione Enpam, Inarcassa, Banca Credito Cooperativo, Fondazione Cariparo e Compagnia di San Paolo). « I primi risultati sono rilevanti: per ogni euro investito se ne creano 24, quindi ha fronte di un miliardo di investimento si generano, anche attraverso l’indotto, 24 miliardi » , ha anticipato Catella. L’obiettivo del report, che verrà presentato entro l’estate, è mostrare l’impatto potenziale di un fondo infrastrutturale con obiettivi di investimento sostenibile ambientale e sociale che, grazie a una dotazione di capitale di oltre 1 miliardo di euro già
Per Massimo Tononi, presidente di Banco Bpm, « le Casse hanno una disponibilità di capitale molto importante, e hanno il ruolo di sostenere l’economia reale. Investono anche nella banca che rappresento: oggi valgono circa l’ 8 % del nostro capitale, sono soci stabili che ci hanno consentito di essere una public company e svolgere il nostro mestiere con maggiore efficacia e serietà. La loro quota è arrivata a un valore di mercato di 800 milioni; abbiamo appena distribuito loro 70 milioni di dividendi » . L’obiettivo che allinea il Banco alle Casse, ha spiegato il banchiere « è quello di investire nell’economia reale di questo paese. Le Casse lo fanno con una prospettiva di lungo periodo ancora più della nostra nell’ottica della sostenibilità, che non è solo ambientale ma anche sociale e addirittura demografica. Quello che ho constatato è una professionalità che non si riscontrava in passato, anche il merito alle tipologie di investimento e una spiccata sensibilità alla sostenibilità » .
Pietro Labriola, ad di Tim, ha raccontato le complessità che deve affrontare un’impresa che si trova a competere con le Bigh Tech a fronte di regolazioni asimmetriche. « Se vogliamo che il paese e la Ue facciano un salto di qualità ci vuole coraggio nel cambiare le regole con le quali si compete – ha detto-. Faccio l’esempio di Whatsapp: nessuno paga il suo servizio, ma abbiamo permesso lo sviluppo di questo business senza modificare le regole. Una telefonata fatta con un operatore di tlc porta una serie di obblighi e regole: Tim deve avere operatori di call center presenti 24 ore su 24, ogni risposta costa 3 euro. Whatsapp no, eppure consente di telefonare. C’è un problema di evoluzione delle regole: il nostro è un mercato che non riesce più ad avere la velocità nella definizione delle regole per rendere il modello di competizione adeguato » .