L’Anm: « Carriere separate per indebolire i giudici »
Santalucia attacca: i diversi interventi del governo puntano a restringere l’espressione della giurisdizione. Standing ovation per Mattarella
È una politica che ha perso la capacità di coinvolgimento dei cittadini in progetti condivisi quella che accusa la magistratura di protagonismo e singoli giudici per la costituzionale attività di interpretazione della legge ( con riverberi che vanno dall’ispezione ministeriale a Milano per la fuga di Artem Uss alle contestazioni della giudice Apostolico per la disapplicazione delle norme sul trattenimento dei migranti). Ed è la medesima politica che punta a un indebolimento della giurisdizione con progetti come quello ormai in dirittura d’arrivo sulla separazione delle carriere.
Relazione garbata nei toni, tuttavia aspra nella sostanza, quella del presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia in apertura del congresso di Palermo ( oggi è atteso l’intervento di Nordio). Un’inaugurazione che ha visto la standing ovation per il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in prima fila nella platea del Teatro Massimo.
Se il tema del congresso, « Magistratura e legge tra imparzialità e interpretazione » , non sembra essere di quelli apparentemente in grado di scaldare i cuori, Santalucia ne traduce immediatamente la concretezza, sottolineando come se una linea di tendenza è possibile individuare nelle iniziative legislative, nelle dichiarazioni e nelle prese di posizioni di rappresentanti autorevoli della politica, questa è senza dubbio « una spinta alla ridefinizione in senso restrittivo dei confini entro cui la giurisdizione può esprimersi e può far uso degli strumenti propri del suo agire » . È in atto cioè, nella lettura di Santalucia, una compressione della liberta interpretativa della magistratura, alimentata da « convinzioni settecentesche della giurisdizione come potere nullo » .
La stessa magistratura è contestata per avere accresciuto il proprio ruolo, « finendo con l’essere, invece che fattore di stabilizzazione e di ordinata risoluzione dei conflitti, causa o concausa di quella instabilità e precarietà di necessari equilibri che segnano la società nel tempo presenquelli parlamentari in forma esplicita peraltro, è evidente l’obiettivo di contrastare l’asserita espansione della magistratura.
E la riduzione dell’incidenza del giudiziario, oltre a un’insofferenza diffusa per il sistema dei controlli anche sulla politica, legano tra loro la soppressione dell’abuso d’ufficio e le continue proroghe dello scudo erariale: certo, forme di tutela dell’amministrazione pubblica non sono novità, ma se si abbinano « all’idea che un pieno esplicarsi della funzione giudiziaria può esser d’impiccio al recupero di efficienza della macchina amministrativa e mediatamente ad una maggiore vitalità dell’economia, allora prende corpo una concezione del giudiziario come potere scomodo » .
E per il presidente Anm lo stesso progetto di separazione delle carriere, « portato avanti con ostinazione pur dopo che la separazione delle funzioni è stata dilatata all’estremo e con buona pace del favor per la pluralità delle esperienze professionali, reca con sé il germe dell’indebolimento della giurisdizione, almeno quella penale » . Un indebolimento che si completerà quando il pubblico ministero, finirà inevitabilmente attratto nell’orbita dell’Esecutivo, « che mal tollera di non poter includere l’azione penale nei programmi di governo » .