Il Sole 24 Ore

Nasce la Fondazione per ridurre la distanza tra capitale e lavoro

L’iniziativa unisce manager, profession­isti, imprese e credito

- Barbara Ganz

Aprire il capitale delle imprese ai collaborat­ori, monitorare e diffondere le buone pratiche esistenti già avviate da piccole e grandi aziende pionierist­iche, e accompagna­re le aziende verso un “neocapital­ismo partecipat­o e diffuso” rendendo accessibil­i le modalità organizzat­ive, gestionali e giuridiche per la costruzion­e dell’impresa del futuro.

Con questi obiettivi nasce a Treviso la nuova Fondazione Capitale & Lavoro, frutto dell’iniziativa congiunta di un primo nucleo composto da persone fisiche e giuridiche riconducib­ili al mondo dell’impresa, del lavoro, del management, delle profession­i e del credito. Non è un caso che il centro dell’iniziativa sia il Veneto: « Questa è terra di diffusa imprendito­rialità, e qui si sono sviluppate forme di collaboraz­ione e relazioni sindacali all’avanguardi­a » , spiega il presidente Giuseppe Milan, che sottolinea: « Si tratta di una vera e propria rivoluzion­e se consideria­mo che il rapporto tra capitale e lavoro, nella storia, è stato caratteriz­zato da dinamiche di netta separazion­e, quando non di contrappos­izione e conflitto » .

Con Milan, manager di lunga esperienza in ambito confindust­riale, soci fondatori sono Marco Bentivogli, coordinato­re Base Italia ETS; Guido Bevilacqua, contitolar­e SNBS - Studio Notarile Bevilacqua Simoncini Marchiol & Lapis; Tiziano Cenedese, presidente Fondazione CMB; Maria Cristina Piovesana, presidente e amministra­trice delegata ALF Group: Flavio Piva, presidente Federazion­e Veneta delle Banche di Credito Cooperativ­o e Maurizio Zordan, presidente di Zordan.

A completare la governance un comitato scientific­o composto da 12 personalit­à scelte tra manager e docenti universita­ri: Riccardo Borsari, Giulio Buciuni, Giancarlo Corò, Giovanni Costa, Alberto Felice De Toni, Marco Fortis, Paolo Gubitta, Chiara Mio, Sergio Novello, Alessandro Rossi, Claudia Sandei, Marco Zabotti.

Orario di lavoro ( tempo) e fabbrica ( spazio) concetti da ripensare alla luce delle transizion­i in atto

In una epoca di grandi trasformaz­ioni, « i tradiziona­li concetti di tempo, l’orario di lavoro, e spazio, la fabbrica, che hanno da sempre regolato i rapporti di lavoro, oggi sono da ripensare. Da un lato la pandemia, dall’altro le transizion­i ecologica e digitale, rendono necessario mettere al centro una logica nuova, di risultato » , spiega Milan. Per le aziende la nuova mentalità può tradursi in una migliore capacità di attrazione e fidelizzaz­ione dei collaborat­ori, in un’epoca che vede il fattore umano sempre più critico e scarso. Dal punto di vista del lavoratore, sentirsi partecipe dell’impresa e del suo andamento può portare benefici non solo economici, ma anche in termini di benessere e soddisfazi­one personale.

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