Il Sole 24 Ore

Quei tre indicatori che mostrano un mercato sicuro di sé ( troppo?)

Gli investitor­i appaiono molto compiacent­i e disposti ad assumere rischi

- Vito Lops

Agli investitor­i piacciono le metafore. La situazione attuale viene descritta come “goldilocks economy” facendo riferiment­o alla fiaba « Riccioli d’oro e i tre orsi » che rimanda al concetto di un’economia né troppo calda né troppo fredda, ma “giusta”. Proprio come la zuppa, la sedia e il letto nella fiaba sono giusti per Riccioli d’oro. Questo il sentiment che spiega l’attuale clima di appetito per il rischio, con le Borse che difatti salgono da fine ottobre 2022. Allora l’indice S& P 500 toccava un minimo di periodo a 3.500. Oggi ha invertito i numeri: 5.300 punti. Il 51% in più. Dopo tanta corsa è giusto prendersi una pausa e osservare il dietro le quinte dei mercati, ovvero quegli indicatori che possono aiutare a capire se il rialzo può essere definito sano oppure se si inizia a sentire puzza di bruciato. Se c’è troppa euforia.

Partiamo dal Vix, l’indice della paura. In soldoni, è la sintesi di quanto costa assicurars­i ( comprando le opzioni) da un ribasso dell’indice S& P 500. Quando supera 20 punti tendenzial­mente i mercati sono nervosi e assicurars­i costa di più. Da un po’ di tempo viaggia intorno ai 12- 13 punti. Calma piatta. Per trovare valori più bassi bisogna tornare ai 10 punti del 2018 a ai 9 punti di fine 2017. Questo vuol dire che il mercato è compiacent­e, rilassato. Ma in passato lo è stato, stando al Vix, anche un po’ di più prima di rendersi conto di aver esagerato nell’ottimismo.

Un altro parametro usato dai profession­isti per queste analisi è lo spread tra i tassi dei bond high yield ( ad alto rendimento perché di categoria “junk”, con rating inferiore alla categoria “investment grade”) e quelli dei titoli privi di rischio come i bond del Tesoro Usa. In questo momento questo differenzi­ale - che durante le fasi di turbolenza supera agevolment­e i 1.000 punti base - è a 315 punti base. In pratica gli investitor­i si accontenta­no appena di un 3% in più rispetto ai Treasury per assumere rischi molto più elevati nel mondo obbligazio­nario. Siamo sugli stessi livelli di fine 2021 ( quando il mercato azionario poi iniziò a scricchiol­are). Per trovare un valore più basso bisogna tornare indietro al 2007 quando questo spread scese a 230 punti base. Qualche mese dopo scoppiò la bolla dei derivati subprime che portò questo differenzi­ale nel 2008 oltre quota 2.000. Anche qui, come il Vix, questo parametro indica che il mercato è tirato, ma non ancora sui livelli estremi toccati in passato.

Passiamo al terzo indicatore sorvegliat­o speciale nei frangenti “goldilocks”: il livello di liquidità presente nei fondi di investimen­to. Stando al sondaggio mensile di Bofa Merrill Lynch condotto su un panel di gestori che rappresent­a un campione di masse da 1.000 miliardi di dollari, nell’ultimo mese il livello di liquidità ( cash) è sceso dal 4,2% al 4%. È la soglia più bassa da inizio 2022 e solo poche volte nel passato si è scesi ancora di più. Se questo termometro dovesse continuare a scendere e attestarsi intorno ai minimi storici del 3,7% scocchereb­be indubbiame­nte un segnale di allarme. Perché in passato da quei livelli è sempre ritornato, e anche velocement­e, verso l’alto tendendo verso la sua media naturale intorno al 5%.

Non c’è due senza tre quindi. Tutti e tre gli indicatori analizzati raccontano la stessa storia. Quella di un mercato sicuro di sé. A tal punto che gli investitor­i si stanno assicurand­o poco da ribassi futuri attraverso l’acquisto di opzioni ( Vix). Sono disposti ad ottenere un rendimento poco più alto dei bond sicuri comprando bond con rating spazzatura ( spread high yield). E sono, rispetto alla media storica, quasi del tutto investiti ( full invested) stando al report di Bofa. C’è quindi compiacenz­a. Una parte del mercato è indubbiame­nte trainata da quelli che John Maynard Keynes definiva gli animal spirits, quegli investitor­i disposti a percorrere l’ultima fase di un bull market. Quella più pericolosa perché poi, se e quando si rompe qualcosa, il mercato stesso non dà grande preavviso.

Non tutti però sembrano così sprovvedut­i. Se osserviamo, tra i singoli settori, quello che nell’ultimo mese ha performato meglio di tutti troviamo le utilities: 13,5%. Seguito dai consumi di base (+ 8%). Si tratta di due comparti difensivi che di solito vengono comprati per coprirsi da eventuali correzioni del mercato e avversità del ciclo economico. Nel dietro le quinte dell’euforia dei recenti record c’è quindi chi inizia a temere che la festa prima o poi terminerà. Tenendo bene a mente una delle più famose citazioni di Warren Buffett: « Sii timoroso quando gli altri sono avidi, e avido solo quando gli altri sono timorosi » .

Gli indizi: volatilità molto bassa, spread dei bond spazzatura sui minimi e poca liquidità nei portafogli

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