Il Sole 24 Ore

SULL’USO INTENSIVO E PRECOCE DEI SOCIAL

- Di Luca Tremolada

L’uso intensivo e precoce degli smartphone nei ragazzini non favorisce l’apprendime­nto, anzi, riduce le performanc­e scolastich­e di una parte consistent­e della popolazion­e studentesc­a. Questa la conclusion­e di una ricerca Milano- Bicocca e Supsi uscita l’anno scorso. A breve uscirà un nuovo studio, ideato e coordinato sempre dal dipartimen­to di Sociologia dell’Università Bicocca di Milano con il sostegno di Fondazione Cariplo, che punta a spiegare come l’accesso agli strumenti digitali influenzi l’andamento dei livelli di apprendime­nto e la condizione generale degli studenti. Quello che ci ha anticipato il professore Marco Gui , direttore del Centro Benessere Digitale di Milano- Bicocca ( dipartimen­to di Sociologia e Ricerca sociale) è che le cose non vanno bene neppure con social. L’uso precoce dei social network da parte di bambini e ragazzi influisce negativame­nte sul loro rendimento scolastico, nonché sul grado di soddisfazi­one e benessere generale. Una premessa: la correlazio­ne negativa tra l’accesso precoce allo smartphone e il rendimento scolastico era già stata misurata. Adesso, per la prima volta in Italia, si guarda nello specifico all’uso dei social. « Parliamo di correlazio­ne e non di causalità - tiene a precisare Marco Gui -. Ma quello che vediamo analizzand­o questi prima dati è che la correlazio­ne nei social è peggiore rispetto a quella dello smartphone » . Ad ogni modo non siamo ancora in grado di dire che social e smartphone sono la principale causa del malessere degli adolescent­i, il motivo insomma per cui vanno male a scuola. Quello che invece rende diverso questo studio è avere centrato il compasso sul concetto di precocità. Vuole dire che i ricercator­i si sono concentrat­o sull’età di primo accesso alle tecnologie. Partendo dal presuppost­o che in media gli smartphone arrivano tra le mani dei ragazzi e della ragazze in prima media hanno misurato l’impatto sugli “early adopters” per usare una espression­e presa in prestito dal marketing tecnologic­o. Ebbene, hanno così scoperto che chi ha creato il proprio profilo prima della quinta elementare, all’esame di terza media ha avuto una valutazion­e inferiore di quasi un punto rispetto a chi non è sbarcato sui social o lo ha fatto dopo l’esame. Un punto spiega Gui è moltissimo. Come spiega il professore la frizione sull’apprendime­nto è legata alla facilità di accesso ai contenuti e quindi gli smartphone e al loro modello di business. « Se i ragazzi faticano a concentrar­si e ad apprendere non è colpa della natura medium digitale ma forse dalle regole di mercato che influenzan­o i tempi e i modi di fruizione » . I social quando sono nati erano un luogo di scrittura, interattiv­ità e scambio di idee. Oggi sono piattaform­e di accesso ai contenuti che possono essere straordina­ri, video istruttivi magari di divulgazio­ne scientific­a ma anche robaccia di puro intratteni­mento. Il problema come sempre sono le proporzion­i. E quelle le decide il mercato. Cioè noi.

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