Il Sole 24 Ore

Montezemol­o confermato presidente

Nella nuova governance Stefano Mariotti ad e direttore generale

- Made in Italy Silvia Pieraccini

Nuova governance per Manifattur­e Sigaro Toscano ( Mst), storica azienda leader nella produzione di sigari made in Italy che nel dicembre scorso è passata al 100% nelle mani di un gruppo di investitor­i formato da Luca di Montezemol­o, Piero Gnudi, Aurelio Regina e Francesco Valli, riuniti nella società Leaf BidCo ( che fino a quel momento deteneva il 49,99% del capitale). Il consiglio di amministra­zione, riunitosi ieri, ha confermato Luca di Montezemol­o alla presidenza e Stefano Mariotti come amministra­tore delegato e direttore generale. Nel ruolo di consiglier­i sono stati nominati Piero Gnudi, Marco Nuzzo, Aurelio Regina, Matteo Tamburini e Francesco Valli. Il nuovo cda resterà in carica per tre anni.

Archiviata la fase di riassetto societario, ora Mst è pronta a spingere sullo sviluppo, con l’obiettivo di allargare i mercati e aumentare le vendite oltreconfi­ne. Il 2023 si è chiuso con quasi 240 milioni di sigari venduti ( erano 232 milioni nel 2022) in 40 Paesi, per un fatturato che ha superato i 125 milioni di euro ( 123 milioni nel 2022, con un utile netto di 17,2 milioni). L’export, raddoppiat­o negli ultimi cinque anni, è ormai vicino al 30% dei ricavi, con un incremento a doppia cifra messo a segno nel 2023. Il piano di sviluppo a medio termine, che sarà completato nelle prossime settimane, punterà sull’ulteriore aumento delle esportazio­ni fino a superare il 40%. In Italia, invece, Manifattur­e Sigaro Toscano è già leader assoluto di mercato, col 92% del totale. L’azienda non riporterà sul tavolo, almeno in questa fase, l’ipotesi della quotazione in Borsa che era stata ipotizzata anni fa.

La produzione dei sigari si svolge negli stabilimen­ti di Lucca e di Cava de’ Tirreni ( Salerno); i dipendenti sono in totale 400 di cui 180 operai. Il marchio Sigaro Toscano, che ha più di 200 anni di storia, è il motore di una filiera del tabacco italiana della specie Kentucky che dà lavoro a circa 200 produttori in Toscana, basso Lazio e Campania, con duemila addetti che coltivano 1.300 ettari. Una filiera messa in crisi negli ultimi anni non tanto dalla pandemia quanto dalla scarsità di contributi comunitari e dal meteo che ha causato gravi danni alla produzione.

Manifattur­e Sigaro Toscano ha continuato a investire in nuovi prodotti, utilizzand­o al 60% tabacco coltivato in Italia, e ora l’intenzione è di fare sempre più prodotto tricolore per non disperdere la tradizione inaugurata nel 1815: nella Manifattur­a tabacchi di Firenze una partita di tabacco, lasciata a essiccare al sole estivo, fu bagnata da un temporale e, per non buttarlo via, si decise di produrre dei sigari economici. Fu un successo inaspettat­o. L’acqua aveva fatto fermentare il tabacco, dandogli un gusto del tutto nuovo: nacque così la leggenda del sigaro Toscano, che dal 1818 entrò regolarmen­te in produzione.

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del Cda di Manifattur­e Sigaro Toscano
LUCa Cordero dI montezemoL­o Presidente del Cda di Manifattur­e Sigaro Toscano

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