Il Sole 24 Ore

Pronta a licenziare al 14% dei dipendenti

I tagli agli Studios seguono il ridimensio­namento dei piani di Disney+

- Produzioni Andrea Biondi

Una garanzia al botteghino fino a qualche anno fa la Pixar, con successi come Toy Story o anche Up. Sembra una vita fa. Adesso si passa ai tagli. Che dovevano essere a gennaio ed erano poi stati posticipat­i. Ora però è arrivato il momento, con una mannaia che va a cadere sul capo di 175 dipendenti: il 14% della forza lavoro.

I tagli dei Pixar Animation Studios trovano in gran parte le proprie radici nel ridimensio­namento dei piani di Disney+, la piattaform­a streaming del colosso di Burbank, sulle serie nel direct- to- consumer.

Era stato l’ex ceo della Disney Bob Chapek a spingere sul pedale dell’accelerato­re con assunzioni di personale aggiuntivo, con l’intenzione di creare serie originali e contenuti esclusivi per Disney+: operazione cui erano state interessat­e tutte le varie unità creative dell’azienda.

Da Bob Iger, tornato sulla tolda di comando come ceo a novembre del 2022, è arrivata l’inversione di rotta, o meglio la segnalazio­ne della necessità di un approccio più disciplina­to allo streaming.

È vero che la divisione intratteni­mento dell’azienda, che comprende i servizi di streaming Disney+ e Hulu, ha registrato un utile operativo nell’ultimo trimestre, ma la via è stata tracciata.

Del resto è anche vero che nel periodo successivo al Covid, alla Pixar è mancata la produzione di un successo come ai vecchi tempi.

In questo quadro la Pixar tornerà ora a concentrar­si esclusivam­ente sui lungometra­ggi che saranno proiettati nelle sale prima di diventare disponibil­i nelle case tramite Disney+. Un’unica serie originale, “Win or Lose”, su una squadra mista di softball, apparirà quest’anno su Disney+.

Sul versante dello streaming, Disney e Warner Bros. Discovery hanno da poco comunicato una collaboraz­ione per offrire un pac

Dopo un passato iconico, alla Toy Story alla Pixar è mancata la produzione di un successo

chetto congiunto dei loro servizi. Che ha tutta l’aria di un’entrata a gamba tesa sul versante distribuzi­one per poter puntare a navigare meno pericolosa­mente nel mare magnum dell’affollato business dello streaming che, del resto, ha portato a sconvolgim­enti nel mondo media, a partire dall’avamposto di sempre: gli Usa. Non a caso gli occhi del mercato sono puntati sulle vicende di Paramount. Tornando al bundle fra Disney e Warner Bros. Discovery, i consumator­i potranno iscriversi a un pacchetto che include il servizio Disney+ e Hulu e Warner Max di Disney. Si partirà inizialmen­te negli Usa.

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