L'Arca di Noè

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Sui numeri dell’eccidio le versioni degli storici sono contrastan­ti: si va da otto a undici vittime, ma c’ chi azzarda che furono addirittur­a settanta. 6ul luogo del massacro, invece, sono tutti concordi: la rocca di 0accastorn­a (in basso), fortilizio sprofondat­o in Tuel lembo di pianura lodigiana bagnato dalle ultime propaggini dello scomparso e paludoso lago erundo, sulla riva destra dell’ dda, dove il iume compie un’ansa prima di gettarsi nel Po. 6iamo all’inizio del 4uattrocen­to. La rocca e i territori attigui sono di propriet dell’ambizio so Cabrino )ondulo (a sinistra), capitano di ventura originario di 6oncino, che l’ha avu ta in premio a seguito dei servigi prestati ai Cavalcab , signori di Cremona.

Costruita per difendere il guado sull’ dda, in posizione strategica tra il Cremonese e il Lodigiano, la rocca di 0accastorn­a fu testimone involontar­ia di uno dei pi» spietati fatti di sangue della lotta per il dominio di Tuella fetta di territorio visconteo. Dopo la morte di ian aleazzo isconti, il condottie ro che ha portato il Ducato di 0ilano alla sua massima espansione, l’area diventa zona di contese. 1el 14 , rientrando da 0ilano, dove ha irmato una tregua con il Ducato, Carlo Cavalcab fa tappa con la sua scorta di familiari e dignitari proprio nella magione di Cabrino )ondulo. vido di potere e disposto a percorrere le vie pi» spicce per contuistar­lo, il condottier­o di 6oncino pensa che Cremona valga un tradimento e un eccidio. La sera del 24 luglio, ofre agli ospiti una lauta cena, accompagna­ta da abbondanti libagioni, inine li fa accomodare nelle loro stanze dove, nottetempo, vengono aggrediti e uccisi dai sicari. Prima che faccia giorno, )ondulo, a capo di un piccolo esercito, cavalca verso Cremona, dove porta a compimento la congiura, eliminando gli ultimi superstiti dei Cavalcab ed entrando trionfalme­nte in citt .

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