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Prima di diventare dimore della potentissima dinastia dei Medici, molti castelli toscani sono appartenuti ad altre famiglie di rango, oppure alla Repubblica di Firenze. È il caso del maniero di Cafaggiolo (nell’ovale), nel Mugello, la cui forma attuale, massiccia e lineare, è frutto del genio architettonico di Michelozzo, che lo progettò per Cosimo il Vecchio prima del 1450. Amato da Lorenzo il Magnifico, che vi trascorse l’adolescenza e vi ospitò spesso la sua corte di filosofi e letterati, nel 1537 il castello passò a Cosimo I, che lo ampliò, annettendovi una riserva di caccia. Il granduca lo donò, insieme all’amato castello di Trebbio di San Piero a Sieve (dove aveva trascorso la giovinezza con il padre, Giovanni dalle Bande Nere), al figlio minore Pietro.
Proprio a Cafaggiolo si consumò l’assassinio della giovane e leggiadra Leonora di Toledo, detta Dianora, cugina e moglie di Pietro, che l’aveva sposata su suggerimento di Cosimo, il quale pare se ne fosse poi invaghito.
La bella Dianora
Per consolarsi delle scarse attenzioni del marito, dongiovanni impenitente e frequentatore di donne di malaffare, la bella Leonora si gettò tra le braccia del nobile Bernardino Antinori. Scoperta la tresca grazie all’intercettazione delle loro lettere, Pietro, furibondo, decise di sbarazzarsi della scomoda moglie, ma lontano da occhi indiscreti. Speditala a Cafaggiolo, la aggredì e la strangolò con le sue stesse mani, e l’ausilio di un telo “asciugatoio”. Trascorse poco tempo prima che anche il suo amante, Bernardino Antinori, fosse trascinato con un pretesto in prigione, dove poi trovò la morte.