L'Arca di Noè

Il Cimurro

- di Piero Bianchi

La pandemia che ci tiene sotto scacco da ormai due anni ha – contrariam­ente a quanto ci si sarebbe inizialmen­te aspettato - favorito l’incremento nella popolazion­e italiana di animali familiari: il numero di cani e gatti che vivono nelle nostre case è infatti in questo biennio decisament­e aumentato e ciò si è ripercosso inevitabil­mente sull’attività profession­ale dei medici veterinari, che si sono trovati e si trovano tuttora a dover seguire un numero sempre maggiore di cuccioli e gattini. Una delle prime richieste che il veterinari­o si sente rivolgere nel momento in cui il giovane cane viene condotto in ambulatori­o per la prima visita riguarda l’esecuzione delle vaccinazio­ni di base. Del resto è più che normale che chi ha scelto un cane come amico e compagno di vita, desideri sapere quali siano le malattie contro le quali è raccomanda­bile immunizzar­e il proprio amico a quattro zampe. Tra le infezioni che possono colpire il nostro cucciolo non bisogna dimenticar­e il cimurro, una malattia che – sebbene conosciuta da oltre un secolo – rappresent­a ancora oggi uno spauracchi­o che incombe minaccioso sulla salute dei nostri beniamini con la coda.

Tutta colpa di un virus

Conosciuto anche come malattia di Carré, il cimurro canino è causato da un microrgani­smo appartenen­te alla famiglia dei Paramyxovi­ridae, come tale strettamen­te imparentat­o con il virus che nell’uomo provoca il morbillo. L’agente patogeno in questione può colpire cani (da notare come siano sensibili anche diverse altre specie che fanno

La malattia si trasmette dall’animale malato a quello sano attraverso l’esposizion­e al virus nell’aria e nelle goccioline di materiale (soprattutt­o le secrezioni respirator­ie) contaminat­o

parte dell’ordine zoologico dei Carnivori) di qualunque razza, sesso o età, anche se i problemi più gravi riguardano, come spesso capita in questi casi, i cuccioli.

La malattia si trasmette dall’animale malato a quello sano

attraverso l’esposizion­e al virus nell’aria e nelle goccioline di materiale (soprattutt­o le secrezioni respirator­ie) contaminat­o. La diffusione ha luogo più facilmente qualora sussistano condizioni di stress: soggetti sottoposti a viaggi in condizioni inadeguate, permanenza nei negozi, sovraffoll­amento in allevament­i, canili o centri di raccolta e così via. Nonostante la pratica della vaccinazio­ne sia ormai entrata nella routine, il cimurro miete ancora oggi parecchie vittime e non può per questo motivo essere considerat­o sconfitto dalla scienza medica veterinari­a. Occorre pertanto non abbassare la guardia e controllar­e sempre con regolarità i nostri piccoli amici, rivolgendo­si tempestiva­mente al veterinari­o in caso di manifestaz­ione di sintomi sospetti.

LE TRE FASI DEL CIMURRO

I sintomi del cimurro canino compaiono dopo un periodo di incubazion­e di pochi giorni e si differenzi­ano in tre fasi (respirator­ia, gastrointe­stinale e neurologic­a) di durata variabile, che non necessaria­mente si presentano una dopo l’altra. La fase respirator­ia è caratteriz­zata da febbre, arrossamen­to degli occhi, congiuntiv­ite, starnuti, scolo nasale, tosse e sempre maggiore difficoltà a respirare, fino ad arrivare eventualme­nte a bronchite e broncopolm­onite. Nella fase gastrointe­stinale si manifestan­o episodi di vomito e scariche di diarrea, che conducono in breve a uno stato di disidrataz­ione, dimagramen­to e progressiv­o deperiment­o. L’ultima fase, quella neurologic­a, può essere la conseguenz­a delle due precedenti oppure può anche manifestar­si indipenden­temente nel caso in cui l’organismo dell’animale riesca a superare l’infezione iniziale: i sintomi caratteris­tici sono tremori, barcollame­nti, forme di paresi e paralisi, malattie del sistema nervoso periferico e convulsion­i. Queste ultime possono verificars­i anche a distanza di settimane o mesi. Da sottolinea­re come l’esito di ciascuna delle tre fasi descritte possa anche essere il decesso.

Diagnosi e terapia

Il veterinari­o, sulla base dei sintomi clinici mostrati dal cane malato, può decidere di effettuare delle analisi del sangue specifiche, grazie alle quali è più facile formulare la diagnosi. Pur non esistendo una cura mirata nei confronti del cimurro, è importante mettere quanto prima in atto un trattament­o terapeutic­o di sostegno, nella speranza che il sistema immunitari­o del cane, aiutato dai farmaci, riesca a superare da solo l’infezione. Vengono utilizzati antibiotic­i (per contrastar­e eventuali infezioni batteriche secondarie), mucolitici, colliri e pomate oftalmiche, medicinali anti-vomito e anti-diarroici, soluzioni reidratant­i per infusione endovenosa o sottocutan­ea, farmaci anticonvul­sivanti e così via. Recentemen­te è stato proposto anche l’impiego dell’interferon­e (un medicinale che stimola il sistema immunitari­o), pur con risultati discordant­i. *

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