Un udito da supereroe
Come Superman, il mitico anche il nostro gatto è dotato di un udito incredibilmente potente e raffinato Che noi non riusciamo neppure a immaginare: Scopriamolo insieme
Dal punto di vista puramente anatomico, l’orecchio del gatto è piuttosto simile a quello dell’uomo o di altri mammiferi e funziona nello stesso modo: il padiglione auricolare raccoglie le onde sonore, che entrano nel condotto uditivo e poi raggiungono il timpano che le trasferisce agli ossicini dell’udito, martello, incudine e staffa, gli stessi che troviamo anche nel nostro orecchio e che “vibrano” grazie ai suoni che li raggiungono. Le vibrazioni così create arrivano all’orecchio interno, che costituisce il vero e proprio organo dell’udito, in grado di trasformare le onde sonore in impulsi elettrici e di trasferirle al cervello tramite il nervo uditivo. Nel cervello i suoni vengono elaborati insieme agli altri impulsi sensoriali e il gatto, esattamente come noi, li utilizza per interpretare la realtà. Ma le somiglianze tra noi e i mici da questo punto di vista si fermano qui.
Due “radar” mobili e molto precisi. Tanto per cominciare, le nostre orecchie sono organi fissi mentre quelle del gatto sono ampiamente mobili: entrambi i padiglioni sono dotati di ben quindici muscoli che possono orientarsi praticamente in qualsiasi direzione, oltretutto in modo completamente indipendente. Muovendo i padiglioni in direzione di un suono, quindi, il nostro amico può localizzare con molta accuratezza l’ubicazione della fonte e calcolarne con precisione la distanza; ma se i suoni d’interesse sono due, basta orientare un padiglione verso l’altro stimolo uditivo per raccogliere più informazioni contemporaneamente! Del resto, per un cacciatore di piccola taglia come il gatto, è fondamentale cogliere i segnali sonori di una preda ma anche quelli emessi da un potenziale predatore più grande e quindi pericoloso.
I padiglioni auricolari mobili e indipendenti sono organi di importanza vitale per il nostro amico.
Sempre in funzione. Per le stesse ragioni, cioè non perdere occasioni per nutrirsi ed evitare di diventare il pranzo di qualcun altro, le orecchie del gatto sono operative anche durante il sonno. Ma come fa a dormire se ci sono rumori intorno, come capita quasi sempre di giorno? La risposta sta in una particolare e incredibile capacità del cervello del nostro amico: i rumori privi d’interesse, anche se abbastanza forti, vengono captati ma eliminati dalla percezione; viceversa, i suoni che contano, per esempio i passi furtivi di un topolino o quelli di un umano della famiglia che si dirige in cucina, oppure quelli di un grosso cane che si avvicina al suo luogo di riposo, vengono non solo avvertiti ma anche decifrati immediatamente per permettere al gatto di reagire nel modo migliore, pronto rispettivamente a cacciare, a recarsi in cucina per uno spuntino e a scappare o a difendersi dal pericolo. Le orecchie del gatto, quindi, sono vigili ventiquattr’ore al giorno.
Accuratezza ultrasonica. Un altro aspetto fenomenale dell’udito dei gatti è l’ampiezza della gamma di suoni che riesce a percepire. Per rendercene conto, iniziamo col dire che l’orecchio umano al massimo della sua capacità può captare 20mila oscillazioni (Hertz) al secondo, mentre il cane arriva a ben 40mila, e sappiamo che ottimo udito abbia. Ebbene, i mici colgono oscillazioni fino alla bellezza di 80mila Hertz! Il livello è tutt’altro che causale, perché i piccoli roditori, i topi in particolare, “parlano” con vocalizzi che si trovano in tale gamma sonora, rumori lievi che noi cogliamo solo in minima parte quando scendono di frequenza, perché gli ultrasuoni, questo il termine scientifico, non sono alla nostra portata, lo sono solo in parte per i cani e sono invece la normalità per i gatti.
Anche meglio degli occhi. Stupefacente anche la precisione dimensionale della percezione sonora dei gatti. Infatti, a una distanza di ben venti metri possono discernere due rumori diversi emessi da fonti distanti solo quaranta centimetri l’una dall’altra. E nel raggio di quindici metri, non sfugge neppure il fruscio più lieve di un topo e, ovviamente, la sua posizione. Anche per questo, un gatto cieco è solo parzialmente menomato, poiché la mancanza della vista viene compensata quasi in toto dall’udito finissimo, che in questi casi (come avviene anche per l’uomo) diventa ancora più sensibile. Infatti, un micio che non vede riesce comunque a cacciare con successo! Sotto questo aspetto, la sordità sarebbe una limitazione ben più pesante per il nostro amico, anche se l’acutezza dei suoi altri sensi lo aiuterebbe parecchio. *