Il vomito nel cane
La giovane signora, proprietaria di una simpatica Golden Retriever di quasi dieci anni, non sembrava particolarmente preoccupata, ma necessitava comunque di essere tranquillizzata circa la situazione della sua beniamina con la coda. Per questo, cominciai a spiegarle subito che nella specie canina il vomito è un sintomo estremamente comune e non sempre significativo di una patologia, soprattutto se si tratta di un segno clinico sporadico e non continuativo. Motivo per il quale assume talora un significato para-fisiologico.
Alcuni aspetti importanti da tenere in considerazione
Il vomito è un meccanismo fisiologico riflesso che consiste nell’espulsione dalla bocca del contenuto gastrico e/o intestinale e che, in diverse circostanze, può assumere anche un significato patologico. Per il cane l’atto del vomitare risulta per certi versi estremamente naturale, in quanto i nostri amici a quattro zampe sono incapaci di sputare e si liberano in questo modo più facilmente di sostanze ingerite in maniera volontaria o involontaria. Senza contare che i cani sono periodicamente soggetti, a intervalli più o meno regolari, a episodi saltuari di vomito a digiuno (di solito dopo avere mangiato erba o parti vegetali), che hanno probabilmente un significato ancestrale di “depurazione” organica. La valutazione del vomito come sintomo di malattia o d’indisposizione deve avvenire sia a partire dai caratteri che lo contraddistinguono che sulla base di altri eventuali segni clinici contestualmente presenti. Per
Per il cane l’atto del vomitare risulta per certi versi estremamente naturale, in quanto i nostri amici a quattro zampe sono incapaci di sputare e si liberano in questo modo più facilmente di sostanze ingerite in maniera volontaria o involontaria
questo motivo è determinante in primo luogo rendersi conto della qualità e della quantità del vomito: frequenza, caratteristiche del materiale espulso dalla bocca (aspetto, odore, colore, consistenza e così via), tempistica, ecc. Ciò aiuta innanzitutto a distinguere tra rigurgito (espulsione di cibo ancora non digerito) e vomito vero e proprio, così come a svelare la reale gravità del problema.
LE PIÙ COMUNI CAUSE DI VOMITO NEL CANE
Anche la conoscenza della concomitante insorgenza di altri sintomi (quali per esempio diarrea, mancanza di appetito, sete intensa, ecc.) è utile per avere informazioni più dettagliate e meglio inquadrare l’origine del disturbo sottostante. Il vomito, infatti, è un segno clinico che può manifestarsi in numerose affezioni canine: non sono solo le problematiche gastrointestinali, infatti, a determinarlo. Fenomeni patologici che fanno capo all’apparato urinario/escretore, agli organi riproduttori femminili, al fegato, al sistema nervoso centrale e alle ghiandole endocrine possono tutti comprendere il vomito come sintomo di malattia. Anche per questo è determinante, di fronte a episodi ripetuti, cercare di individuare quanto prima la causa del problema. Il percorso diagnostico, che può anche essere lungo e articolato, passa attraverso le analisi ematologiche, gli esami radiografici ed ecografici, l’endoscopia, l’istopatologia, fino ad arrivare alla tomografia computerizzata e alla risonanza magnetica.
Consigli pratici in caso di vomito
La prima regola da rispettare in caso di episodi di vomito ripetuto da parte del nostro cane è quella di far sparire le ciotole dell’acqua e della pappa. Se, a distanza di 3-4 ore, il sintomo sembra apparentemente cessato, si può a quel punto provare a lasciargli a disposizione due dita d’acqua e assistere all’evoluzione. Nel caso in cui questo stratagemma non funzionasse (l’animale vomita ancora nonostante sia stato privato dell’acqua oppure riprende a vomitare nel momento in cui gli viene consentito di bere), è buona norma portarlo subito dal veterinario per una terapia vera e propria (vedasi paragrafo successivo) e per eventuali indagini diagnostiche.
Qualora, invece, tutto procedesse per il giusto verso, si può provare a re-introdurre (non prima delle successive 6-8 ore) il cibo, ricordando di impiegare preferibilmente un mangime specifico, destinato cioè ai cani con problemi gastrointestinali, meglio se a piccole dosi e a più riprese per le prime 24-36 ore. *