L’Arca di Noè

L’uccello che ha conquistat­o il mondo

La rondine è un uccello noto per La sua eleganza e agilità in volo, nonché per La sua capacità di migrare a Lunghe distanze… ma non solo!

- a cura della Redazione

Simbolo di primavera, questo uccellino migratore dalle forme eleganti è famoso per i nidi che costruisce con precisione certosina in ogni angolo, tetto, albero e anfratto. Nidi in cui la mamma rondine insegna ai suoi piccoli l’arte del viaggio… Nel Tredicesim­o secolo Federico II di Svevia scrisse un trattato sulla caccia con il falcone, il De arte venandi cum avibus. L’opera era anche un prezioso trattato di ornitologi­a in cui, accanto al nome comune delle varie specie, compariva per la prima volta il nome scientific­o. Gli appellativ­i derivavano dal latino ed erano “appioppati” agli animali per le loro abitudini: anche per l’hirundo rustica, la rondine comune, fu così. “Rustica”, per le sue abitudini che la portavano a vivere lontano dalle zone urbanizzat­e, preferendo di gran lunga gli spazi aperti della campagna.

700 chilometri in volo

La rondine è il simbolo della migrazione: durante l’estate viene a riprodursi da noi mentre l’inverno lo passa al caldo africano. Un piccolo uccello, 20 centimetri di lunghezza per 24 grammi di peso al massimo, in grado di affrontare lunghe trasvolate sul Mediterran­eo e il deserto del Sahara. Molte non ce la fanno, non hanno l’energia per il grande viaggio e vengono vinte da vento, pioggia o burrasche ma non c’è altra soluzione: nessuna rondine potrebbe vivere nel freddo europeo! Marzo è il mese in cui le rondini cominciano ad arrivare da noi e verso la fine di aprile la femmina depone le uova, quattro o cinque, che si schiudono dopo una ventina di giorni. Dopo circa tre settimane i piccoli iniziano a lasciare il nido ma restano in volo nei dintorni e tornano per la notte. Dopo un’altra ventina di giorni i genitori fanno capire alle piccole rondini che è arrivata l’ora dell’indipenden­za e il nido si spopola. L’anno successivo la storia si ripete, da sempre.

Il viaggio di ritorno ai luoghi d’origine è lungo settecento chilometri; i maschi adulti arrivano per primi, seguono le femmine e poi, quando il periodo riprodutti­vo è inoltrato, arrivano i nati dell’anno precedente. Di solito gli anziani vanno a occupare il nido dell’anno prima mentre i giovani si stabilisco­no a qualche chilometro di distanza… ma da qualche tempo qualcosa è cambiato.

Un soggetto giovane si riconosce dalle penne della coda: sono tutte della stessa

lunghezza, mentre gli adulti hanno le “timoniere” più lunghe

Arte… naturale. Quello che contraddis­tingue la rondine più di ogni altra cosa è la sagoma in volo, inconfondi­bile per la caratteris­tica forma a “V” della coda. La lunghezza della coda e il colore del piumaggio sul petto e della macchia sotto la gola, sono gli elementi utili per capire sesso ed età delle rondini. Un soggetto giovane si riconosce dalle penne della coda: sono tutte della stessa lunghezza, mentre gli adulti hanno le “timoniere” più lunghe. Il colore bianco latte del piumaggio sul petto è caratteris­tico delle femmine adulte; bianco crema dei maschi che hanno anche, di norma, la macchia del sottogola meno estesa e più rossa rispetto alle femmine. Queste ultime lanciano solo gridi d’allarme, mentre il maschio “canta”.

Meraviglio­si ma un po’

delicati. Questo uccello è prolifico ma, purtroppo, soggetto a un’elevata mortalità. Generalmen­te vive da tre a quattro anni, ma ben sei rondini su dieci non raggiungon­o il primo anno di vita. Il nido della rondine è a forma di mezza coppa. Costruito da tutti e due i genitori con fango e fili d’erba, è imbottito di piume sempre bianche e di ottima qualità; dopotutto deve proteggere delle piccole e bellissime vite. *

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 ?? ?? La dieta delle rondini si compone per il 99 per cento di insetti. Sono entrambi i genitori a nutrire i cuccioli, riducendo gli insetti a piccole palline e tenendoli nel gozzo, nel quale i piccoli affondano
il becco per cibarsi.
La dieta delle rondini si compone per il 99 per cento di insetti. Sono entrambi i genitori a nutrire i cuccioli, riducendo gli insetti a piccole palline e tenendoli nel gozzo, nel quale i piccoli affondano il becco per cibarsi.
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La preparazio­ne del nido dimostra la cura e l’amore con cui questi uccelli sanno dedicarsi alla prole.

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