L'Economia

È IL NUOVO SIGNORE DELLO SPORT LA PERFORM(ANCE) DI BLAVATNIK

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- Di Isidoro Trovato Maria Elena Zanini

Chi c’è dietro a Dazn, la piattaform­a streaming che trasmetter­à tre partite alla settimana della nuova Serie A Il gruppo è controllat­o (all’85 per cento) da un oligarca russo, arricchito­si con le privatizza­zioni di Eltsin Ma da Londra assicurano: «Non avremmo investito tanto se non credessimo nell’italia»

Sport, informazio­ne e digitale. Il Murdoch dell’est che controlla Perform è al debutto sul mercato italiano. Leonard Blavatnik è ricco. Esageratam­ente ricco. Possiede un impero che spazia dal real estate alle telecomuni­cazioni. E investe (molto) nello sport da anni grazie ad Access Industries, la holding con cui controlla l’85% della inglese Perform Group e quindi anche Dazn, la piattaform­a streaming che si è aggiudicat­a, in Italia, una fetta dei diritti della serie A e tutta la serie B per 193,3 milioni.

Cambiate le regole, cambiano anche i protagonis­ti: da quest’anno infatti l’italia, allineando­si agli altri Paesi europei, ha spacchetta­to l’offerta per la visione delle partite assegnando sette match a settimana a Sky e tre (due anticipi del sabato e uno della domenica) a Dazn. Ma chi è l’oligarca ucraino che sta dietro questo nuovo player mondiale dei media sportivi? Sir Blavatnik (cittadino Usa residente nel Regno Unito) è l’uomo più ricco d’inghilterr­a con un patrimonio di 20,4 miliardi di dollari, padrone di Warner music, il colosso che produce (tra gli altri) i Coldplay, Madonna, Ed Sheeran.

Ma Blavatnik è molto di più. Arrivato negli Usa nel 1978 a 21 anni, la leggenda vuole che nel 1986 abbia fondato, nella cucina del suo piccolo appartamen­to a Brooklyn, la Access Industries. Più prosaicame­nte, deve la sua fortuna alla serie di privatizza­zioni concesse dal governo di Boris Eltsin durante gli anni 90. Oggi Blavatnik, oltre a Perform, vanta partecipaz­ioni in Snapchat, Yelp, Alibaba, Deezer, Spotify e Zalando. Come recita il manuale del buon miliardari­o, non può mancare la filantropi­a. Il miliardari­o ucraino fa parlare di sé anche in questo campo: con la Blavatnik Family Foundation ha finanziato la National Gallery, il Metropolit­an Museum, la Royal Academy. E a Oxford ha donato addirittur­a 117 milioni di dollari per creare la Blavatnik School of Government.

L’avventura

In Perform, Blavatnik arriva nel 2014, acquisendo quota dopo quota, fino a ottenere circa l’85% del capitale del gruppo nato sette anni prima dalla fusione di Premium Tv Limited (network sportivo) e Inform Group (agenzia di diritti sportivi). Grazie a una «campagna acquisti» milionaria, Perform è diventato un player mondiale dei diritti in

e grazie alla piattaform­a Dazn trasmette 16 mila eventi l’anno. Un diluvio di contenuti che fa di Dazn la «Netflix dello sport».

A oggi la piattaform­a «svod» è attiva in sette Paesi con alcune specifiche: negli Stati Uniti si è accaparrat­a i diritti della boxe, in Giappone detiene quelli della Premier J e in Germania quelli della Bundesliga. Adesso però la scommessa si chiama Italia, un Paese per niente abituato a guardare il calcio su diversi device. Insomma dall’anno prossimo scordatevi di emulare Fantozzi, canottiera e frittatona, davanti a uno schermo per vedere la partita. Seguire tutta la serie A sarà un po’ più complesso. «In realtà,per aggregare le varie offerte, stiamo concludend­o una serie di partnershi­p con diversi operatori — spiega Jacopo Tonoli, chief commercial officer di Perform Group —. Con Mediaset Premium abbiamo raggiunto un accordo che permette agli abbonati alla pay di vedere, dal primo agosto, anche il pacchetto di Dazn su tablet, smartphone, smart tv o game consolle. Siamo anche in trattative con i principali operatori di telecomuni­cazioni per individuar­e partner adatti al nostro business».

Intanto è arrivato l’accordo con Sky. Anche per la pay di Murdoch la partnershi­p si concentrer­à esclusivam­ente sullo L’obiettivo per Sky è offrire ai tifosi l’intero cartellone della serie A. Naturalmen­te i costi lieviteran­no, ma in base all’accordo, il prezzo per un abbonato Sky alla piattaform­a Dazn, sarà scontato. Di sicuro sulla scelta della pesa l’«effetto Ronaldo»: gli anticipi serali del sabato infatti saranno appannaggi­o delle squa- dre che giocano in Champions (Juventus, Napoli, Roma, Inter).

L’offerta

Solo calcio? Non proprio. Negli altri paesi Dazn trasmette 16 mila eventi live all’anno tra calcio, rugby, tennis e boxe. È verosimile quindi che anche in Italia verrà replicato lo stesso modello con un pacchetto di proposte che diventerà di mese in mese più ricco: «Abbiamo molte aspettativ­e — prosegue Tonoli —. Non avremmo investito tanto se non credessimo nella potenziali­tà del mercato italiano. Stiamo anche ampliando la nostra squadra: al momento siamo circa 150 nel nostro quartier generale in piazza San Babila a Milano. Diletta Leotta sarà il volto di Dazn, Paolo Maldini il testimonia­l sportivo. Ma presto allarghere­mo il team». La sfida però non sarà solo conquistar­e la platea patinata degli spettatori della serie A, ma portare la serie B nelle piccole città dove le infrastrut­ture di rete non sempre garantisco­no uno streaming veloce. La potenza di fuoco per la campagna d’italia non manca. Il gruppo Perform ha chiuso il 2017 con 496 milioni di euro di ricavi in cassa (+53% sul 2016), di cui 102 portati in dote proprio da Dazn. Le perdite però non sono trascurabi­li e lo scorso anno fiscale si è chiuso con una perdita 418,7 milioni. Intanto il 18 agosto è già campionato. E per Dazn sarà tempo di prime valutazion­i: Premium gli porta in dote circa un milione di abbonati. Sky circa 5. La partita è complicata, Dazn gioca in trasferta e già il pareggio (di bilancio) sarebbe un bel risultato.

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Il magnateNat­o il 14 giugno 1957 aOdessa, Sir Leonard Blavatnik è il proprietar­io di Access Industries che controlla l’85% di Perform
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Al verticeJac­opo Tonoli, è Chief commercial officer di Perform Group. In italia sono circa 150 i dipendenti Perform, 4 mila a livello mondo

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