MR. DEBITO: PIÙ TITOLI AL RETAIL BTP ITALIA È L’INIZIO
Iacovoni, da 9 mesi alla guida di collocamenti ed emissioni, spiega la strategia per far salire (al 15%) il peso dei piccoli risparmiatori
pubblico italiano. «Il Def, Documento economia e finanza dello scorso aprile stimava in 62,5 miliardi il costo per gli interessi nel 2018. Nell’ultima nota di aggiornamento di poche settimane fa — osserva Iacovoni — questo costo complessivo è stimato a circa 64,3 miliardi». Tradotto fa 1,9 miliardi di spesa aggiuntiva. In assenza di correzioni e di un raffreddamento dello spread la spesa in più, rispetto all’ultimo aggiornamento, da sostenere nel corso del prossimo biennio potrebbe essere di quasi 9 miliardi di euro.
L’arrivo del nuovo governo a trazione Lega-m5s sembra avere minato alcune sicurezze con un carico di dubbi e incertezze sul quadro macro economico italiano, sulla strategia finanziaria del Paese e sulle reali politiche che il governo intende adottare. «Un insieme di elementi che ha concorso a un incremento strutturale della volatilità, e questo — spiega Iacovoni — è il dato alla base del fatto che gli investitori hanno assunto un atteggiamento molto più prudente». Mentre parla Iacovoni siede in una sala riunioni tappezzata dai frontespizi originali di nostalgiche emissioni del Regno d’italia e di ex aziende statali. Sono dei mini poster punzonati e ogni foro nella carta corrisponde all’avvenuto stacco della cedola con gli interessi. Proprio il costo del premio da riconoscere a chi acquista i titoli italiani è uno dei crucci del ministro dell’economia, Giovanni Tria, che considera irragionevole le condizioni applicate al decennale italiano, una volta tenuto conto del quadro macroeconomico e finanziario del Paese. «Per l’anno in corso le nostre esigenze di raccolta sono pressoché soddisfatte. Abbiamo già effettuato emissioni per oltre il 90% di quanto stabilito. Restano poche emissioni, la prima parte in queste ore con l’offerta del Btp Italia riservato soprattutto al mercato retail».
L’emissione punta a piazzare titoli per un valore compreso tra 7 e 9 miliardi di euro, circa la metà dell’importo è destinato agli investitori istituzionali, il resto finirà in portafoglio ai risparmiatori italiani. Per questo al Tesoro hanno predisposto nella sua quattordicesima emissione un Btp indicizzato all’inflazione italiana, il tasso cedolare annuo minimo garantito è dell’1,45%. Rispetto all’ultima emissione del Btp Italia, collocata nel maggio scorso, il premio riconosciuto è più alto di un punto percentuale. Quindi se da un lato il Tesoro si vede costretto a garantire un tasso maggiore, dall’altro torna a offrire titoli attrattivi agli occhi degli investitori. Lo sguardo di Iacovoni e della sua squadra, del resto, è rivolto al piano di collocamenti da affrontare per la raccolta del prossimo anno. Nel 2019 verrà a mancare l’intervento della Bce, che tramite il quantitative easing ha effettuato un piano straordinario di acquisti di titoli di Stato. Tanto che a Via XX Settembre considerano di aumentare lo stock del debito detenuto dal mercato retail, al momento in mano ai risparmiatori italiani si trova circa il 5% del debito pubblico. Nel prossimo biennio quel valore potrebbe salire al 15%.