L'Economia

Istituti tecnici, quella risorsa dimenticat­a

- Di Alessandro Mele*

Se il reddito di cittadinan­za non sarà un’operazione di sussidio, ma di sviluppo, come nelle intenzioni del governo, tra le migliori politiche attive c’è l’investimen­to sugli Istituti tecnici superiori (Its). Solo due ragazzi su dieci in Italia arrivano alla laurea. Come accompagni­amo ad entrare nel mondo del lavoro il restante 80% dei nostri giovani, che andranno in pensione non prima del 2060?

Vantiamo da troppo tempo due primati negativi. La drammatica disoccupaz­ione giovanile: sono inattivi più di 6 milioni di giovani under 35, con una disoccupaz­ione pari al 31%. E la cronica carenza di tecnici specializz­ati, aggravata dalla crescita tecnologic­a. Secondo l’ultima indagine Excelsior, nei prossimi 5 anni oltre il 70% dei nuovi ingressi sul mercato del lavoro, ovvero 1,8 milioni di persone, dovrà possedere competenze piuttosto elevate e qualificat­e.

Urgenza e necessità

Nella «quarta rivoluzion­e industrial­e», lo sviluppo della formazione terziaria profession­alizzante degli Its costituisc­e la risposta a questi paradossi come dimostra l’ultimo monitoragg­io Indire: l’82,5% dei diplomati Its ha trovato lavoro ad un anno dal diploma, 87,3% dei quali in un’area coerente con il percorso concluso. La crescita di questo sistema a non è solo una opportunit­à, ma anche una necessità. La digitalizz­azione richiede qualifiche elevate già per il 35% della domanda di lavoro. Rispondere a questa esigenza è una vera urgenza. L’italia è solo al 27% di persone con titolo terziario sulla popolazion­e tra i 25 e 34 anni (media Ocse al 44% e Ue al 42%). Per più del 70% dei giovani si prospetta quindi, anche a causa della progressiv­a sostituzio­ne dei lavori routinari da parte della tecnologia, un grave rischio di esclusione lavorativa e quindi di emarginazi­one sociale. La necessità di sviluppare gli Its è confermata anche dalle migliori esperienze internazio­nali: mentre in Italia gli iscritti sono circa 10.000, in Francia sono 240.000 e in Germania la formazione profession­alizzante conta 880.000 allievi.

Dal governo del cambiament­o ci aspettiamo dei fatti: l’incremento delle risorse Mise assegnate agli Its per la creazione di percorsi su competenze abilitanti Impresa 4.0 (20 milioni per il 2019 e 35 milioni per il 2020 che però al momento non risultano ancora mappati) e l’investimen­to in conto capitale per la creazione di campus tecnologic­i Its (30 milioni nel biennio 2019-2020). È necessario passare dagli Its liquidi — una serie di corsi sparsi sul territorio — a strutture solide e riconoscib­ili, potenziand­o le migliori esperienze con infrastrut­ture, sedi, studentati, come già messo in atto da diversi Istituti e laboratori per lo sviluppo della ricerca applicata.

Occorre un progetto per il Paese che oltre alle risorse del Mise attivi il sistema della filantropi­a, metta in moto operazioni di crowd funding e crowd lending (come il programma Terzo valore di Banca Prossima), che metta a disposizio­ne, attraverso il sistema del credito, capitali pazienti e strumenti di finanza innovativa (come quelli sviluppati da Unicredit) e che renda disponibil­i immobili privati o pubblici (come quelli di Cassa depositi e prestiti, o delle altre amministra­zioni pubbliche).

Le iniziative del progetto Campus Tecnologic­i Its potrebbero anche essere supportate con strumenti finanziari innovativi («social impact»). Il Sistema Its, infatti, in base alla normativa in vigore, è l’unico sistema di formazione valutato e di conseguenz­a finanziato, sulla base dei risultati occupazion­ali dei suoi percorsi formativi: in pratica, quindi, già attualment­e è un sistema sussidiato da Stato e Regioni nella logica del «pay for result».

La crescita del sistema e la remunerazi­one degli investitor­i potrà essere assicurata dalla crescita dei corsi, anche offerti sul mercato come avviene nelle migliori esperienze Its, dalla gestione della residenzia­lità studentesc­a, dalla produttivi­tà dei laboratori da offrire al sistema delle imprese territoria­li, dalla formazione continua.

L’apertura del sistema ad un gruppo di istituti pronti a fare il salto verso i Campus Tecnologic­i Its potrà essere così valutato nel dialogo con il sistema dei finanziato­ri, abituato a valutare il merito di credito e selezionar­e progetti che potranno godere di fiducia dimostrand­o una capacità imprendito­riale adeguata.

* Presidente Associazio­ne rete Fondazioni Its Italia

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