VERSACE RIFÀ IL TRUCCO ALLA CASSAFORTE
Dalla Givi holding è nata Verim, nel cui capitale Allegra ha il 50 per cento, Donatella il 20 e Santo (in uscita) il 30
Ultimi ritocchi agli equilibri nella cassaforte di famiglia prima della cessione della Gianni Versace all’americana Michael Kors sulla base di una valutazione di 1,8 miliardi di euro. Protagonisti, Donatella Versace, sorella dello stilista fondatore della maison con il marchio della Medusa, sua figlia Allegra Versace Beck, e il fratello Santo. Il riassetto è stato impostato poco prima del closing per il passaggio delle azioni agli americani di Michael Kors holding. Ed è stata l’occasione anche per sciogliere qualche legame economico in famiglia, visto cha la dinastia non controlla più un’attività aziendale.
Perno della risistemazione, la cassaforte Givi holding che controllava, oltre alla griffe del lusso, anche la Verim, forziere delle attività immobiliari della dinastia. Primo passo, la scissione parziale proporzionale di Givi holding, spacchettata proprio per rendere possibile la vendita della partecipazione dell’80% della Gianni Versace (il 20% faceva capo al fondo statunitense Blackstone). È così nata la Verim, il nuovo scrigno dei Versace: Allegra ha il 50% del capitale, Santo è azionista al 30% e Donatella possiede una quota del 20%. Un assetto che potrebbe preparare la strada a ulteriori risistemazioni, in particolare l’uscita di Santo. Insomma, dopo la vendita, ciascuno potrebbe andare per conto suo.
La liquidità
Prima di passare sotto le insegne statunitensi, la Gianni Versace aveva distribuito alla Givi 90 milioni, di questi l’80% (pari a 72 milioni) è andato ai soci familiari. Una cifra servita a estinguere posizioni debitorie nei confronti di Goldman Sachs e a pagare imposte. Il risultato? nella nuova cassaforte Verim sono confluite disponibilità liquide per 21,7 milioni, l’immobile in viale Majno a Milano (dove abita Donatella), valutato 8,8 milioni), le opere d’arte e gli elementi di arredo che prima appartenevano direttamente alla capogruppo della moda, Gianni Versace. La famiglia è così rientrata in possesso di tavoli, sedie, vasi, specchiere e altri elementi. L’impegno della famiglia negli investimenti in oggetti d’arte è sempre stato molto forte. Il fondatore Gianni Versace era un appassionato d’arte: aveva comprato quadri di Pablo Picasso, Andy Warhol e Roy Lichtenstein, solo per citarne alcuni. Opere poi battute all’asta da Sotheby’s e vendute. Per 41,5 milioni di dollari è stata cedustito ta nel 2013 anche «Casa Casaurina», la villa di Miami che lo stilista comprò nel 1992 per 10 milioni di dollari. Così come sono state vendute le collezioni conservate a Villa Fontanelle, la dimora sul Lago di Como. Questa volta Donatella torna proprietaria appieno dei beni artistici rimasti nel gruppo. È l’ultimo atto del riassetto complessivo. Ora l’obiettivo è fare crescere il gruppo del lusso a 2 miliardi di dollari dagli 850 milioni attuali, aumentare il numero di store mondiali da 200 a 300, accelerare lo sviluppo multicanale e dell’e-commerce, migliorare il marketing di Versace ed espandere il peso di accessori e calzature per uo- mo e donna dal 35 al 60% dei ricavi, come hanno sottolineato il ceo della capofila Capri holdings (così è stata ribattezzata Michael Kors holding), John Idol e il direttore finanza Tom Edwards. Del nuovo gruppo i Versace avranno circa il 2% nell’ambito degli accordi siglati con la realtà Usa. Le prime linee di manager del brand restano al loro posto. A partire dall’amministratore delegato Jonathan Akeroyd e dalla stessa Donatella che resta nel ruolo di direttore creativo.
Sullo sfondo, resta vivace l’attività di fusioni e acquisizioni nel mondo italiano della moda e del lusso. Tra i protagonisti c’è il gruppo Trussardi, assi- da Rothschild. C’è al lavoro il fondo Quattro R che dovrebbe entrare nella compagine attraverso un aumento di capitale riservato. In corso c’è anche il riassetto della Roberto Cavalli. Secondo il mercato inizierà entro fine anno un processo finalizzato alla cessione di una quota dell’azienda, ora di proprietà del fondo di private equity Clessidra. Un mandato esplorativo è infatti stato conferito alla banca d’affari Rothschild per individuare un investitore di minoranza che affianchi Clessidra nel rilancio del gruppo fondato da Roberto Cavalli.
Oggi il gruppo della Medusa fattura 850 milioni, ma nei progetti di Michael Kors l’obiettivo è posto a 2 miliardi