L'Economia

VERSACE RIFÀ IL TRUCCO ALLA CASSAFORTE

Dalla Givi holding è nata Verim, nel cui capitale Allegra ha il 50 per cento, Donatella il 20 e Santo (in uscita) il 30

- Di Daniela Polizzi

Ultimi ritocchi agli equilibri nella cassaforte di famiglia prima della cessione della Gianni Versace all’americana Michael Kors sulla base di una valutazion­e di 1,8 miliardi di euro. Protagonis­ti, Donatella Versace, sorella dello stilista fondatore della maison con il marchio della Medusa, sua figlia Allegra Versace Beck, e il fratello Santo. Il riassetto è stato impostato poco prima del closing per il passaggio delle azioni agli americani di Michael Kors holding. Ed è stata l’occasione anche per sciogliere qualche legame economico in famiglia, visto cha la dinastia non controlla più un’attività aziendale.

Perno della risistemaz­ione, la cassaforte Givi holding che controllav­a, oltre alla griffe del lusso, anche la Verim, forziere delle attività immobiliar­i della dinastia. Primo passo, la scissione parziale proporzion­ale di Givi holding, spacchetta­ta proprio per rendere possibile la vendita della partecipaz­ione dell’80% della Gianni Versace (il 20% faceva capo al fondo statuniten­se Blackstone). È così nata la Verim, il nuovo scrigno dei Versace: Allegra ha il 50% del capitale, Santo è azionista al 30% e Donatella possiede una quota del 20%. Un assetto che potrebbe preparare la strada a ulteriori risistemaz­ioni, in particolar­e l’uscita di Santo. Insomma, dopo la vendita, ciascuno potrebbe andare per conto suo.

La liquidità

Prima di passare sotto le insegne statuniten­si, la Gianni Versace aveva distribuit­o alla Givi 90 milioni, di questi l’80% (pari a 72 milioni) è andato ai soci familiari. Una cifra servita a estinguere posizioni debitorie nei confronti di Goldman Sachs e a pagare imposte. Il risultato? nella nuova cassaforte Verim sono confluite disponibil­ità liquide per 21,7 milioni, l’immobile in viale Majno a Milano (dove abita Donatella), valutato 8,8 milioni), le opere d’arte e gli elementi di arredo che prima appartenev­ano direttamen­te alla capogruppo della moda, Gianni Versace. La famiglia è così rientrata in possesso di tavoli, sedie, vasi, specchiere e altri elementi. L’impegno della famiglia negli investimen­ti in oggetti d’arte è sempre stato molto forte. Il fondatore Gianni Versace era un appassiona­to d’arte: aveva comprato quadri di Pablo Picasso, Andy Warhol e Roy Lichtenste­in, solo per citarne alcuni. Opere poi battute all’asta da Sotheby’s e vendute. Per 41,5 milioni di dollari è stata cedustito ta nel 2013 anche «Casa Casaurina», la villa di Miami che lo stilista comprò nel 1992 per 10 milioni di dollari. Così come sono state vendute le collezioni conservate a Villa Fontanelle, la dimora sul Lago di Como. Questa volta Donatella torna proprietar­ia appieno dei beni artistici rimasti nel gruppo. È l’ultimo atto del riassetto complessiv­o. Ora l’obiettivo è fare crescere il gruppo del lusso a 2 miliardi di dollari dagli 850 milioni attuali, aumentare il numero di store mondiali da 200 a 300, accelerare lo sviluppo multicanal­e e dell’e-commerce, migliorare il marketing di Versace ed espandere il peso di accessori e calzature per uo- mo e donna dal 35 al 60% dei ricavi, come hanno sottolinea­to il ceo della capofila Capri holdings (così è stata ribattezza­ta Michael Kors holding), John Idol e il direttore finanza Tom Edwards. Del nuovo gruppo i Versace avranno circa il 2% nell’ambito degli accordi siglati con la realtà Usa. Le prime linee di manager del brand restano al loro posto. A partire dall’amministra­tore delegato Jonathan Akeroyd e dalla stessa Donatella che resta nel ruolo di direttore creativo.

Sullo sfondo, resta vivace l’attività di fusioni e acquisizio­ni nel mondo italiano della moda e del lusso. Tra i protagonis­ti c’è il gruppo Trussardi, assi- da Rothschild. C’è al lavoro il fondo Quattro R che dovrebbe entrare nella compagine attraverso un aumento di capitale riservato. In corso c’è anche il riassetto della Roberto Cavalli. Secondo il mercato inizierà entro fine anno un processo finalizzat­o alla cessione di una quota dell’azienda, ora di proprietà del fondo di private equity Clessidra. Un mandato esplorativ­o è infatti stato conferito alla banca d’affari Rothschild per individuar­e un investitor­e di minoranza che affianchi Clessidra nel rilancio del gruppo fondato da Roberto Cavalli.

Oggi il gruppo della Medusa fattura 850 milioni, ma nei progetti di Michael Kors l’obiettivo è posto a 2 miliardi

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Donatella Versace Direttore creativo del gruppo ceduto a Michael Kors

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