LA FORMAZIONE E L’IMPRESA 4.0: GUAI SE VINCE LA DELUSIONE
Uno dei temi cui gli imprenditori sono più sensibili è il mismatch, cioè il non incontro fra domanda e offerta di lavoro. Confindustria ha calcolato in quasi 470 mila i tecnici che serviranno alle aziende nei prossimi cinque anni. Molti di quei posti di lavoro però resteranno vuoti, se l’offerta formativa non sarà in grado di soddisfare le richieste del mondo industriale. A mancare saranno meccanici, montatori, operai del software, ma anche professionalità più sofisticate, come gli specialisti di cyber security e big data. Questi ultimi trovano poco sexy la manifattura e più attraente il mondo della finanza. Ma, anche senza andare troppo in là, già oggi il 33% delle professionalità ricercate dalle imprese non si trova. Per questo la formazione è diventata la priorità. Ciò rende ancor meno comprensibile la logica che ha spinto l’esecutivo giallo-verde, che si propone come il governo della crescita, a ridimensionare gli incentivi alla formazione previsti dal Piano Calenda, sostituendoli con misure potenzialmente meno efficaci. Si prevede ad esempio d’interrompere il credito d’imposta per la formazione sostituendolo con agevolazioni limitate all’ingaggio temporaneo di dirigenti addetti all’innovazione digitale. In questo modo però si rischia di metter fine a una stagione che aveva visto aumentare gli investimenti in ammodernamento tecnologico e avrebbe potuto veder crescere anche quelli dedicati allo sviluppo professionale dei lavoratori. In sintesi: tra gli imprenditori queste scelte politiche stanno provocando sconcerto e delusione. C’è solo da sperare che non facciano cambiare idea a chi cominciava a trovare l’italia un ambiente più favorevole all’impresa. La cui prima necessità, tanto più nell’era del 4.0, sono le persone preparate. Ma allora occorre favorire in ogni modo gli investimenti nel capitale umano e nella riorganizzazione delle filiere industriali: non solo nei robot. A livello territoriale stanno nascendo iniziative che vanno in questa direzione: se ne parla poco, ma meritano di essere incoraggiate e fatte conoscere.