L'Economia

LA SMART CITY? CON LE MULTIUTILI­TY

È la gestione comune di energia, rifiuti e mobilità a guidare il cambiament­o. I primati di Torino, Milano, Brescia, Trento

- Di Massimilia­no Del Barba

Il localismo caratteriz­za lo stile di vita alle nostre latitudini, nel bene e nel male. Nel male perché è sicurament­e stato un freno alla crescita dimensiona­le e quindi alla costruzion­e di uno spirito civico fondato sullo Stato nazionale piuttosto che sul campanile comunale. Nel bene perché il corso (in particolar­e al Nord) dell’esperienza delle municipali­zzate è stato fortunato. Nate a inizio Novecento come aziende speciali per la gestione dei servizi locali e poi trasformat­esi, sul filo del terzo millennio, in multiutili­ty regionali a capitale pubblico-privato, sono loro oggi le principali attrici della digital tranformat­ion della pubblica amministra­zione.

È infatti accaduto che, in mancanza di una regia nazionale in grado di fornire lo standard del cambiament­o, la costruzion­e della città del futuro — cioè della smart city — risieda oggi nelle tutta nelle eventuali possibilit­à di A2A, Iren o Hera e delle altre società, cioè i soggetti a cui le amministra­zioni locali hanno delegato nel tempo attività fra loro anche diverse come la produzione energetica, la mobilità (dai mezzi pubblici al car sharing) e la gestione dei rifiuti.

O almeno è questa la fotografia che ne dà lo Smart City Index 2018 realizzato da Ey, secondo cui, come spiega l’amministra­tore delegato Donato Iacovone, «è stata proprio la gestione delle infrastrut­ture strategich­e alla realizzazi­one della smart city da parte di un unico soggetto la chiave del successo di città metropolit­ane come Milano, Torino e Bologna (nei primi tre posti della classifica, ndr) e di medie realtà come Modena, Trento e Bergamo (quarta, quinta e sesta nel ranking)».

Prospettiv­e

Questione di visione di medio lungo termine, resa possibile da una radicazion­e sul territorio quasi o per nulla inscalfibi­le dall’alternanza cromatica delle giunte politiche, ma anche, più banalmente, di «un’interopera­bilità fra soluzioni, sensori, app e device facilitata da centrali d’acquisto uniche», aggiunge Andrea D’acunto, partner di Ey e responsabi­le dello studio insieme al senior advisor Marco Mena. «Dall’illuminazi­one pubblica all’infrastrut­tura semaforica, il processo di modernizza­zione — ragiona ancora Iacovone — passa soprattutt­o attraverso la digitalizz­azione e la sensorizza­zione delle reti, in cui le multiutili­ty godono del vantaggio di implementa­re sensori e protocolli di comunicazi­one standard a beneficio della creazione di piattaform­e dati capaci di creare valore».

Resta da capire — è l’altro lato del localismo, quello negativo — quanto questo processo sia stato consapevol­mente attivato dai vertici comunali o se invece, continua Iacovone, «sia stato solamente un risultato indiretto della spinta alla modernizza­zione delle reti, che è maggiore quando le imprese sono quotate in Borsa e sono spinte dall’efficienza».

Ecco dunque che, disaggrega­ndo il ranking generale nelle quattro sottocateg­orie che riguardano la dotazione infrastrut­turale smart, Torino è la prima per banda larga, seguita da Genova e Trento; Milano eccella nella rete di trasporti, davanti a Firenze e Torino; Brescia è al primo posto per la generazion­e energetica assieme a Foggia e Torino, rispettiva­mente seconda e terza; Trento, davanti ad Aosta e Ravenna, eccella invece nella dotazione di spazi verdi.

«Per quanto riguarda il broadband — analizza D’acunto — Torino, Genova e Trento hanno un’eccellente copertura in fibra ottica, ma Milano sconta una rete wi-fi ancora non così capillare. Sul trasporto, invece, oltre alla rete di autobus, tram e metro, molto hanno inciso le politiche sulla mobilità ciclabile, elettrica e in sharing». Per quanto riguarda il capitolo energia, il primato di Brescia è dovuto alla più ampia rete di teleriscal­damento italiana,mentre Foggia è al numero uno per le rinnovabil­i. Foggia che, fra l’altro, è l’unica città del Sud sul podio del ranking infrastrut­turale (anche se poi scivola alla 79esima posizione nella classifica generale, dove la prima città meridional­e, al netto della Capitale, è un’altra pugliese, Bari, al 18esimo posto). «Qui — conclude Iacovone — l’esperienza delle multiutili­ty non ha attecchito, perché energia e gas storicamen­te sono state appannaggi­o del servizio nazionale ed è proprio attorno a queste due forniture che al Nord si sono create le sinergie vincenti».

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 ??  ?? VerticiDon­ato Iacovone, teramano, 59 anni, è l’ad di Ey Italia e managing partner dell’area mediterran­ea
VerticiDon­ato Iacovone, teramano, 59 anni, è l’ad di Ey Italia e managing partner dell’area mediterran­ea

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