MACRON «ANDREMO A META IN BORSA»
Produce la divisa della nazionale di rugby dell’italia e della Scozia, è il terzo marchio in Europa per fornitura di magliette alle squadre di calcio dopo Nike e Adidas. Ora l’azienda bolognese pensa alle acquisizioni estere e all’ipo
Le divise dei club sportivi sono come bandiere che si possono indossare. Oppure, detto con un certo understatement, sono semplicemente «maglie da gioco, da sudarci dentro». Così parla Gianluca Pavanello, il top manager alla guida della Macron (accento sulla a) che produce e vende in tutto il mondo materiale per gli sport di squadra, calcio e rugby in primis. Per dire, di quest’ultima disciplina l’azienda di Bologna disegna e realizza la divisa azzurra della nazionale (e quella della Scozia). Sul calcio in portafoglio ci sono cinque club di Serie A (Bologna, Cagliari, Lazio, Spal, Udinese) e 60 team professionistici. Tanto che una classifica Uefa (16 campionati, 268 squadre) colloca la società al terzo posto tra i brand più importanti in Europa per fornitura di magliette. Davanti ci sono Nike e Adidas.
In pochi anni la Macron è arrivata a cento milioni di fatturato (previsione 2018), con un Ebitda di 13,1 milioni (margine del 13,1%). «Ma il mestiere è rimasto lo stesso di un tempo. Siamo cresciuti in modo coerente», spiega il manager. Invece, è cambiato tutto il resto. I club, anche dei dilettanti, sono più attenti a tessuti, materiali, colori, indossabilità. Nuovo è il modello di business, dalla vendita ai servizi offerti, su cui punta Pavanello. «Se alcuni anni fa vendevamo nei multimarca, oggi le grandi catene e l’online hanno cambiato la distribuzione. E i nostri spazi si sono ridotti. Così, abbiamo lanciato i Macron Store, un canale per offrire al cliente un’esperienza di shopping diversa». Modello Apple Store, più complesso.
Il catalogo
Funziona così: negli oltre 100 negozi in Europa le porte si aprono ai dirigenti dei team che possono scegliere la divisa da un catalogo di 15 mila referenze (modelli, colori, varianti). Eventuali modifiche come l’inserimento del logo sono fatte a livello artigianale nello Store. Invece, nel quartier generale di Crespellano (Bologna) arrivano i dirigenti dei club Pro che visitano lo show room, in particolare la Sala dei sogni firmata da Natascia Mongardi: qui si trovano esposte tutte le divise realizzate. I responsabili delle squadre di football inglesi o delle nazionale di rugby toccano i tessuti, dialogano con i modellisti e l’ufficio stile. E qui atterrano i protagonisti del calcio canadese: Macron realizzerà tutte le divise della Canadian Premier League, un campionato di pallone Pro al via nella primavera 2019. «Nel continente americano questo sport è in crescita di tesserati e giro d’affari», dice Pavanello.
Se la testa e il cuore sono a Bologna, la produzione è delocalizzata in numerose fabbriche di Cina, Pakistan, Bangladesh. Il controllo dall’italia è serrato: nessun minore al lavoro negli stabilimenti, costanti le analisi sui fornitori e le materie prime. Anche la rete logistica è complessa: la divise devono arrivare per tempo, guai scendere in capo con quella vecchia.
Ma affiorano tensioni commerciali, figlie (forse) dello scontro sui dazi. Le dogane Usa sono diventate più fiscali nei controlli, la merce rischia di rimanere ferma per giorni. Nessuno immagina che cosa potrà accadere con la Brexit. Intanto, Macron ha allargato la produzione verso running e fitness ed è nata la linea Athleisure, da tempo libero. Obiettivo: crescere ancora. «Puntiamo a due acquisizioni, in Europa e Usa. Poi c’è in vista la quotazione in Borsa». Un percorso che consentirà l’exit del fondo Consilium, da anni socio al 50%. Nell’azionariato rimarranno la BF&F di Francesco Bormioli (la famiglia del vetro) al 34% e lo stesso Pavanello (14%). «Faremo l’ipo se raggiungiamo certi numeri target, altrimenti l’azienda rimane poco liquida e bloccata sul listino». Lui punta a un fatturato tra 200 e 300 milioni, un Ebitda di 45 e una valutazione da mezzo miliardo di valore. Infine, in dicembre via ai lavori per la nuova sede da 20 mila metri quadrati. Accanto all’area dirigenziale, gli uffici stile e progetto, troverà posto l’enorme magazzino, oggi diviso tra Bologna e Padova.