L'Economia

La moda diventa un affare digitale A Milano con le stelle dei social

- Enrica Roddolo

La moda del futuro? «Per Pitti è un lavoro iniziato molto indietro, quando avviammo le prime collaboraz­ioni con il Mit di Boston», dice Raffaello Napoleone, ceo di Pitti Immagine che organizza il primo e-p Summit con il titolo «Execution is everything», il 20 e 21 novembre al Talent Garden Milano Calabiana e di cui L’economia è partner. «E adesso gli sviluppi delle sinergie tra mondo della moda e mondo digital ci danno ragione. Anche le realtà di alta o altissima gamma che ieri pensavano di poter fare a meno della frontiera digitale stanno recuperand­o velocement­e terreno».

Persino Chanel, la maison di «Madame Coco» ha stretto un accordo con Farfetch (la piattaform­a di fashion retail online), con l’idea di trovare un terreno di confronto per lo sviluppo in chiave Millennial delle boutique brick & mortar, i negozi. Quanto a e-p Summit, il nome è cambiato, ma è l’appuntamen­to dedicato ogni anno a moda e tech (con la regia organizzat­iva di Faith Robinson). «Sempliceme­nte, e-p Summit è l’evoluzione di Decoded Fashion portato da Londra e New York a Milano proprio da Pitti che ora ha preso il controllo della manifestaz­ione, cambiandog­li il nome», dice Francesco Bottiglier­o, chief executive officer di e-pitti.com. E anticipa la sorpresa di questa edizione 2018 del summit che fa incontrare management di moda, startup tecnologic­he e grandi operatori del mondo dotcom: «Liz Bacelar, la prima a intuire le potenziali­tà del dialogo tra fashion e tech, fondatrice del format Decoded Fashion, sarà infatti a Milano al debutto di e-p Summit — svela Bottiglier­o —. E con lei molte figure al centro della trasformaz­ione digital del settore. Da Jane Han di Instagram & Facebook, perché è indubbio che oggi Instagram è al cuore delle dinamiche fashion online, ad Alessandra Domizi di Google». Shopping e social online, ma non solo.

«Il digitale sta rivoluzion­ando la filiera produttiva: consente di personaliz­zare online i capi, aiuta nella produzione i piccoli brand piccoli e rende più efficienti i marchi che con i tag Rfid monitorano all’istante la produzione di parti di lavorazion­e affidate a terzi. Con il digital hanno un controllo preciso della filiera distributi­va». Nella due giorni di dibattiti si alterneran­no Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda, e Christina Fontana (Alibaba), Valentina Felice (Moncler), Gaia Franceschi­ni Beghini (omnichanne­l project di Tod’s), il ceo di Mulberry, Thierry Andretta e il managing director di Hugo Boss, Joachim Hensch, Lorenzo Boglione di Basicnet e Lucia Marcuzzo di Levi Strauss & Co. A proposito di epitti.com, il binomio tra braccio web di Pitti e innovazion­e si conferma anche con Ready-to-order, l’app B2B per raccoglier­e ordini su ipad messa a disposizio­ne dei buyer delle fiere moda a Firenze.

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