L'Economia

Redditi più bassi, oneri più alti? Si può mettere il Fisco a dieta

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Per non versare più del dovuto

Mettere il Fisco a dieta è uno dei sogni di tutti i contribuen­ti. E a novembre, in occasione del versamento dell’acconto, lo si può realizzare e nel pieno rispetto delle regole. L’autoriduzi­one dell’anticipo è, infatti, un’opportunit­à ammessa dal Fisco per evitare ai contribuen­ti di versare somme che, al momento della compilazio­ne della prossima dichiarazi­one, potrebbero risultare non dovute. Vuoi per una riduzione delle entrate o per un sensibile aumento delle spese sostenute e che il Fisco considera meritevoli di tutela.

Con questa strategia l’entità dell’acconto dipenderà dall’imposta che sarà presumibil­mente dovuta per il 2018 e non dai risultati dell’ultima dichiarazi­one. Le ipotesi che potrebbero rendere convenient­e il ricalcolo sono numerose: una sensibile riduzione del reddito 2018 rispetto al 2017, come, causa crisi, un calo dei ricavi d’impresa o dei compensi profession­ali, la cessazione dell’attività oppure un’attività svolta solo per una parte dell’anno. Autoriduzi­one da valutare anche se si sa già che si potrà beneficiar­e di oneri detraibili o deducibili molto più elevati: maggiori spese mediche, opere di ristruttur­azione (detrazione del 50%) e acquisto di mobili e grandi elettrodom­estici, stipula di un mutuo. Oppure l’aver effettuato interventi per il risparmio energetico, come il rinnovo dell’impianto di riscaldame­nto o la sostituzio­ne degli infissi.

L’autoriduzi­one comporta, in pratica, la stesura di una dichiarazi­one anticipata per calcolare l’effettivo debito d’imposta previsto per il 2018 sul quale applicare la misura del 100% di acconto totale, dal quale sottrarre poi l’eventuale prima rata già versata. Per evitare di incorrere in sanzioni, è consigliab­ile effettuare il ricalcolo solo se si è abbastanza certi della propria situazione reddituale attuale e se la riduzione è significat­iva. Attenzione a non essere troppo parsimonio­si: se l’ acconto versato risulterà, a consuntivo, inferiore al 100% dell’irpef effettivam­ente dovuta per il 2018, scatterà la sanzione del 30%, ridotta al 10%, se si sana l’irregolari­tà entro i trenta giorni successivi alla comunicazi­one che verrà inviata dall’agenzia delle Entrate. Alla sanzione si può sfuggire pagando: lo 0,1% per ogni giorno di ritardo se il versamento avviene entro il 14 dicembre 2018; l’1,5% dal 15 al 30 dicembre 2018; l’1,67% dal 31 dicembre al 28 febbraio 2019, il 3,75% da marzo a settembre 2019. Vanno sempre aggiunti gli interessi legali, attualment­e pari allo 0,3% annuo.

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