Volete bene al lavoro? Ridateci l’incentivo 4.0
L’appello di Aidp al governo che non ha rifinanziato lo sconto del Piano Industria: «senza competenze tech meno occupazione»
Non possiamo fare a meno della tecnologia, anche se torna a spaventarci perché fa sparire (o trasforma in modo irreversibile) molte occupazioni. Karl Marx parlava delle macchine come «l’arma più potente per sopprimere gli scioperi», mentre John Maynard Keynes nel 1930 già metteva in guardia contro la disoccupazione diffusa derivante dalla tecnologia.
Oggi, nell’era dei robot, la formazione 4.0 diventa l’unica soluzione per affrontare con successo i rischi e le opportunità di lavoro legate allo sviluppo delle nuove tecnologie. Per affrontare tutte le sfide (robot, IA, machine learning) le aziende fino ad oggi potevano beneficiare degli incentivi previsti dal Piano Industria 4.0, un credito d’imposta del 40% per la formazione del personale dipendente. Adesso si ritrovano a doverne fare a meno, visto che l’incentivo non è stato rifinanziato dalla legge di bilancio 2019. «La cancellazione dell’incentivo fiscale sulla formazione è un atto conto il futuro del lavoro — spiega Isabella Covili Faggioli, presidente Aidp (Associazione italiana per la direzione del personale) —. Senza le nuove competenze strategiche, che il nuovo mercato del lavoro richiederà sempre di più, si rischia di rimanere ai margini. L’occupabilità passa infatti dalla formazione 4.0 e dal suo potenziamento. Per questo cancellare il credito d’imposta per la formazione 4.0 non aiuta il lavoratore che necessita di competenze nuove per aumentare le opportunità di occupazione e le imprese che le richiedono. E la nostra ricerca lo dimostra».
L’analisi
Dalla ricerca Aidp-lablaw 2018 su Robot, Intelligenza artificiale e lavoro, a cura di Doxa, emerge il valore strategico della formazione non solo per cogliere le tante occasioni di nuove professioni ed occupazione che le tecnologie creano, ma anche per ridimensionare l’impatto che queste avranno sui lavori meno qualificati. «La formazione 4.0 sarà il capitolo principale sui cui investire per vincere la sfida della robotica e dell’ia sul terreno dell’economia e del mercato del lavoro», si legge. Le aziende e i manager sono convinti a stragrande maggioranza (89%) che robot ed IA non potranno mai sostituire del tutto il la- voro delle persone, e che avranno un impatto positivo sul mondo del lavoro e delle aziende: permetterà di creare ruoli, funzioni, e posizioni lavorative che prima non c’erano (77%) e stimolerà lo sviluppo di nuove competenze e professionalità (77%); consentirà alle persone di lavorare meno e meglio (76%). Avrà un impatto molto forte nei lavori a più basso contenuto professionale: favorirà, infatti, la sostituzione dei lavori manuali con attività di concetto (per l’81% del campione). I manager e gli imprenditori ritengono che, al di là dei benefici in termini organizzativi, l’introduzione di queste tecnologie, potrà avere effetti negativi sull’occupazione, nel senso che verrà escluso dal mercato del lavoro chi è meno scolarizzato e qualificato (75%).«Il piano della formazione 4.0 investe anche i fondi interprofessionali — spiega Rossella Spada, direttore del Fondo Formazienda —. Registriamo un incremento dei piani formativi finanziati dal fondo su temi riguardanti le nuove tecnologie e l’automazione dei processi produttivi, ma si tratta di soluzioni che le imprese hanno adottato come emergenziali. La vera scommessa è riformare l’intero sistema delle politiche attive del lavoro, con riferimento alla formazione continua, che rappresenta un asset strategico per lo sviluppo economico». Tutti concordi, dunque, nel chiedere al governo che la misura venga, non solo ripristinata, ma anche potenziata.«siamo pronti a fare la nostra parte e rinnoviamo la disponibilità a dialogare con il governo per trovare insieme soluzioni che facciano crescere l’occupazione e aiutino le aziende nell’acquisire e mantenere le competenze necessarie per la crescita nel futuro», conclude il presidente Aidp.
Percorsi