L'Economia

REDDITO SOCIALE E TERZO SETTORE, UNA VIA TOSCANA

- Di Pier Francesco Lotito

Il reddito di cittadinan­za non favorirà le regioni del Centro Italia. Lo rivela una interessan­te analisi pubblicata dal Sole 24 Ore che ha elaborato gli Isee ordinari del 2016. Su oltre 2,55 milioni di potenziali beneficiar­i in tutta Italia, solo il 19% vive nelle regioni centrali: Toscana, Marche, Lazio e Umbria. La maggioranz­a schiaccian­te vive nel Sud e isole: ben il 48,6%. Ma anche il Nord non scherza, con il 32,4% degli interessat­i. Anche se si considera il numero assoluto di famiglie interessat­e, la Toscana — con i suoi 130.660 nuclei familiari — si colloca nella pattuglia di mezzo delle regioni: sostanzial­mente in linea con Piemonte (157.600) e Emilia Romagna (148.300). Numeri per fortuna lontani da quelli ben maggiori di Campania (391.300), Sicilia (342.800), Lombardia (278.900) o Lazio (232.900). Ma sempre numeri importanti. Le cose non cambiamo se si guarda l’elenco delle province: nella pattuglia di mezzo per famiglie interessat­e ci sono Pisa (15.700), Lucca (13.600), Arezzo (11.200), Pistoia (10.700), Siena (8.500); mentre nella sola città di Firenze sono ben 32.000 nuclei familiari. Numeri ancora più pesanti, se si considera che secondo il rapporto sulle povertà in Toscana dell’osservator­io Sociale, ben 62.000 famiglie e 143.000 individui, pari al 3,8% dei toscani, sono sotto la soglia di povertà assoluta. Bisogna avere, dunque, il coraggio di parlare con franchezza delle misure di sostegno dei redditi delle famiglie in difficoltà. Il problema dell’esclusione sociale è sotto i nostri occhi e vanno trovate soluzioni che affianchin­o altre misure incisive al reddito di inclusione che dal gennaio 2018 ha sostituito il Sostegno di inclusione attiva.

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