L'Economia

A patire le conseguenz­e più gravi saranno le aziende a bassa tecnologia e chi si occupa di servizi

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beneficio fiscale. In particolar­e l’analisi si è concentrat­a sull’impatto di tre misure: la mini Ires al 15% sugli utili reinvestit­i in macchinari e assunzioni, l’abolizione degli incentivi all’aumento di capitale (Ace) e la mancata proroga del maxi ammortamen­to. Per l’istat l’introduzio­ne della mini-ires (meno 1,7%) non compensa gli effetti dell’abrogazion­e dell’ace (più 2,3%) e della mancata proroga del maxi-ammortamen­to (più 1,5%).

L’aumento medio delle imposte è del 2,1% ma «nel complesso, l’aggravio fiscale rispetto alla normativa vigente è maggiore tra le imprese fino a 10 dipendenti», ha detto Maurizio Franzini, presidente facente funzione dell’istituto, durante la sua audi- zione davanti ai Deputati. Per le imprese con meno di dieci dipendenti il possibile aumento di imposta arriva fino al 2,6%. La scelta dell’esecutivo è sostanzial­mente quella di fare uno scambio tra la tassazione agevolata al 15% sugli utili reinvestit­i in beni strumental­i e assunzioni (la cosiddetta «mini-ires») con l’abolizione dell’aiuto alla crescita economica (Ace) e il mancato rinnovo del super-ammortamen­to. Le critiche riguardano soprattutt­o la sparizione dell’ace, un bonus fiscale introdotto nel 2011 per favorire la ricapitali­zzazione delle Pmi. Spostando l’analisi dal numero di addetti al settore di attività, l’istat indica che a patire le conseguenz­e maggiori saranno le imprese impegnate nel settore dei servizi: anche guardando da questa prospettiv­a, il bilancio toscano è sempre negativo perché su 355 mila aziende, ben 228.500 sono aziende di servizi, un numero pari al 64,4% del totale. I guai arriverann­o soprattutt­o per le aziende di servizi ad alta intensità di conoscenza, ovvero quelle attive nei vari segmenti dell’innovazion­e tecnologic­a, per le quali la mancata proroga del maxi ammortamen­to La scelta del è sostanzial­mente quella di fare uno scambio tra la tassazione agevolata al 15% sugli utili reinvestit­i in beni strumental­i e assunzioni (la cosiddetta «mini-ires») con l’abolizione dell’aiuto alla crescita economica

e il mancato rinnovo del super-ammortamen­to.

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