ARRIVA IL SUPERFONDO EUROPEO UN’OCCASIONE DA NON BUTTARE
La proposta franco-tedesca prevede un organismo che finanzierà riforme e investimenti in capitale umano e innovazione. Ma solo per i Paesi in regola con il patto di Stabilità...
Lo scorso 19 novembre, in occasione di una riunione straordinaria dell’eurogruppo sul tema della riforma dell’unione economica e monetaria, i ministri delle Finanze francese e tedesco hanno presentato una proposta congiunta per l’istituzione di un bilancio per l’eurozona. La proposta fa seguito alla dichiarazione di Meseberg dello scorso giugno, che illustrava la visione franco-tedesca in merito alla riforma dell’uem. Il bilancio finanzierà riforme e investimenti in innovazione e capitale umano, volti ad aumentare il livello di competitività e coesione dell’eurozona. Il fondo avrà anche una funzione di stabilizzazione: il sostegno europeo controbilancerebbe quella tendenza — ben evidente durante la crisi — a sacrificare le spese per investimenti in caso di difficoltà finanziarie (si veda il grafico a fianco).
Sebbene destinato solo ai paesi dell’eurozona, tutti gli Stati membri saranno chiamati a decidere sulla creazione del nuovo fondo, che sarà inserito nel quadro del bilancio complessivo dell’ue. Priorità e obiettivi saranno decisi dai paesi dell’eurozona tramite un accordo intergovernativo. Il Vertice euro (ossia il summit dei capi di Stato e di governo dell’eurozona) definirà gli indirizzi strategici del bilancio, che saranno declinati in concreto dall’eurogruppo su base annuale. I singoli paesi redigeranno dei programmi nazionali per l’utilizzo dei fondi, che verranno approvati dalla Commissione.
Secondo la proposta, il budget verrà finanziato tramite risorse europee e imposte nazionali ad esso dedicate, come ad esempio una tassa sulle transazioni finanziarie sul modello francese. L’ammontare dello stanziamento e le quote di partecipazione dei singoli paesi saranno definite dall’accordo intergovernativo.
Schieramenti
La proposta prevede inoltre che l’accesso al fondo sia condizionato al rispetto delle regole fiscali dell’unione. Questo genere di condizioni non sono una novità nel contesto del bilancio europeo. Dal 2014, i fondi strutturali europei sono vincolati al rispetto dei parametri del patto di stabilità, e la loro sospensione costituisce già una delle più gravi sanzioni previste dalla procedura di disavanzo eccessivo.
Il ministro delle Finanze francese Le Maire ha presentato il progetto franco-tedesco come un importante pasce so avanti. Impossibile anche solo da menzionare fino a poco tempo fa, il budget dell’eurozona è adesso una proposta concreta all’ordine del giorno.
L’ottimismo francese è condiviso dal presidente dell’eurogruppo Mário Centeno. Meno entusiasti sono i paesi del Nord, Olanda in testa, il cui ministro Hoekstra ha definito la proposta non convincente. In Germania protestano i settori più conservatori. Il consiglio economico della Cdu ha criticato il progetto sostenendo che, alla lu- della contesa sul disavanzo italiano, essa dia «un segnale sbagliato al momento sbagliato». Sul versante opposto, la discriminante del rispetto delle regole fiscali ha suscitato reazioni negative in Italia, per quanto il ministro Tria si mostri moderatamente favorevole alla proposta.
Il cammino del budget dell’eurozona non è che all’inizio. Superate le resistenze dei governi più scettici (e ammesso che ci si riesca), dovranno essere sciolti nodi sostanziali: obiettivi e priorità, modalità di finanziamento, e soprattutto l’ammontare degli stanziamenti, a cui la proposta non fa accenno, rimandando la questione all’accordo intergovernativo, ma che è la variabile centrale per determinare l’efficacia della riforma.
Le Maire è determinato a rendere il budget operativo a partire dal 2021. La discussione sulla riforma dell’uem proseguirà all’eurogruppo e al Vertice euro, rispettivamente il 3 e il 14 dicembre.