L'Economia

DEVIANTI D’EUROPA PERCHÈ L’ITALIA È ISOLATA SARÀ CONTAGIOSA?

- Di Nicola Rossi

Non abbiamo recuperato come i Paesi di Visegrad, non siamo competitiv­i come la neo-lega anseatica, non sappiamo guadagnare terreno come gli altri del club dei fondatori. La deriva italiana è un timore della Ue che non immagina di salvarci. Anzi...

Gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria) è stato, nell’ultimo decennio e sotto il profilo economico, evidente e senza precedenti in ambito europeo. È difficile immaginare chi ha così duramente lavorato nel senso della convergenz­a — con l’aiuto molto concreto dell’unione europea — possa tollerare andamenti dirompenti come quelli mostrati dall’italia fin dal 2014 e visibilmen­te confermati se non accentuati dalla legge di bilancio per il 2019 e, più in generale, dalla timidezza con cui l’italia sembra voler affrontare i suoi problemi struttural­i (peraltro di lunga data).

E che dire del Club Med (Cipro, Grecia, Malta, Portogallo, Spagna) che, al netto dell’italia, dopo il significat­ivo processo di aggiustame­nto della prima metà del decennio in corso mostra sì, segni di allontanam­ento dalla media ma di ampiezza ancora contenuta (e pressoché interament­e attribuibi­li alla necessità della Grecia di riprendere fiato dopo gli ultimi difficili anni)? O dei paesi di quella che potremmo chiamare la Lega Neo-anseatica (Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lettonia, Svezia) che mantengono nel tempo la loro posizione rispetto alla media europea con una limitata tendenza alla divergenza derivante, si noti, dall’ «eccesso di virtù» di paesi come la Danimarca e la Svezia? O di quelli che potremmo chiamare gli Altri Fondatori (e cioè i fondatori diversi dall’italia: Belgio, Francia, Germania, Lussemburg­o, Paesi Bassi) che dopo l’aggiustame­nto conseguent­e alla crisi dei debiti sovrani sembrano anch’essi concedersi qualche minimo «margine di libertà» rimanendo peraltro, fermamente, in una banda di oscillazio­ne del tutto fisiologic­a?

E i nostri strappi

macroecono­mici improvvisi e dolorosi proprio quando sarebbe stato necessario fare il contrario. È facile prevedere che l’esperienza si potrebbe ripetere a breve con conseguenz­e che potrebbero non essere contenute alla sola Italia. E i nostri partner europei lo sanno. Ma, più in generale, In nessun altro caso si riscontran­o oscillazio­ni così violente, fenomeni così netti di allontanam­ento dalla media dei comportame­nti altrui seguiti poi da processi di aggiustame­nto di pari intensità.

Un cordone sanitario

L’italia è sola anche perché offre di sé un’immagine instabile. Perché appare inaffidabi­le e imprevedib­ile. Perché è difficile comprender­e dove voglia andare e con chi. Perché da un quarto di secolo cambia continuame­nte senza mai cambiare. E perché, esattament­e per questi motivi, costituisc­e un problema per sé e per gli altri. Che ci si creda o no, quel che l’europa sta preparando per noi non è un salvagente ma un cordone sanitario.

Se questa rappresent­azione dei fatti fosse attendibil­e — e temiamo che lo sia — affermare che «contro la procedura di infrazione insorgeran­no 60 milioni di italiani» significa non comprender­e che per molti milioni di italiani lo stretto controllo sulle finanze pubbliche esercitato dalla Commission­e europea nell’ambito della procedura di infrazione potrebbe apparire come una liberazion­e rispetto ad una classe politica che, pur mutando, da un quarto di secolo sembra incapace di offrire al Paese una prospettiv­a di stabilità e crescita.

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