L'Economia

ELISABETTA BANDA LARGA RIPA «NOI NON ASPETTIAMO »

-

È chiaro che ogni ipotesi di nozze con la società della francese Vivendi, del fondo americano Elliott e della stessa Cdp ha un impatto su quest’azienda che, nata due anni fa con il governo Renzi, sta commercial­izzando la banda ultralarga in 60 città, da Torino a Catania; che ha già 800 dipendenti e ha aperto un migliaio di cantieri, l’ultimo la settimana scorsa a Montefalco, la zona del vino Sagrantino.

La collaboraz­ione

I lavori procedono, è il messaggio di Open Fiber che fornisce la fibra ottica «all’ingrosso» agli operatori telefonici, in testa Vodafone e Wind. La settimana scorsa ha siglato l’accordo con un nuovo cliente, Linkem e a breve saranno finalizzat­i altri accordi, annuncia. «Manteniamo gli obiettivi», dice Ripa: cioè un miliardo d’investimen­ti l’anno per coprire entro il 2023 il 90-95% del territorio e il 65% della popolazion­e con la fibra ottica più innovativa fin dentro casa (Ftth). Significa cablare 271 città e 6.753 Comuni a un ritmo di oltre 2,5 milioni di unità immobiliar­i l’anno. Sulle aree non a mercato anche in collaboraz­ione con Tim, poiché qui userà parte delle sue infrastrut­ture. Quest’anno Of ha aggiudicat­o 48 gare, il suo modello è stato riconosciu­to vincente dalla stessa Telecom. «È un progetto infrastrut­turale di lungo periodo con un traguardo di piano di cinque anni — dice Ripa —. Quest’azienda ha completato la fase di startup e ha cominciato a crescere in maniera significat­iva. Mancavano le risorse, sono arrivate e ci siamo fatti trovare pronti (il finanziame­nto di 3,5 miliardi dalle banche, ndr). Ora siamo in forte accelerazi­one». Con attenzione particolar­e ai dipendenti.

Mail del 19 novembre a parte («Chiuderemo quest’anno con circa 4,8 milioni di case e aziende cablate, che possa rendere più agevole questa missione ci piace. Tutto il resto non lo sappiamo, questa è la saga infinita») sia Franco Bassanini («Condivido le parole di Starace»), presidente della stessa Open Fiber (e già con lo stesso ruolo in Cdp) coinvolto sul tema dal governo. Come lo è ovviamente Luigi Gubitosi, il nuovo amministra­tore delegato di Tim.

Il mercato aspetta e guarda. I grandi clienti di Open Fiber vogliono essere rassicurat­i che il cablaggio proceda sulle 271 città concordate, senza rallentame­nti. L’agcom, authority che dovrebbe disciplina­re nel caso la Rab, si avvicina alla scadenza del consiglio e la consultazi­one che ha aperto sul tema della rete unica è a legislazio­ne vigente, sarà superata dai fatti. In questo mare in tempesta Ripa ha il compito del capitano: stare dritta sulla tolda col timone in mano. Espressa dall’enel a cui spetta la nomina del ceo, in Telecom ha lavorato a lungo e conosce Bassanini da quando era amministra­trice delegata di Sparkle. È spettatric­e di una vicenda politica che ha già visto, perché periodicam­ente l’idea di scorporo della rete di Telecom riaffiora. «I clienti possono contare su di noi — dice —. Siamo in linea sia con il piano approvato dal board di febbraio sia con quanto concordato con le banche che tengono sotto controllo la nostra attività. È anche questa garanzia dell’esecuzione». Dei 3,5 miliardi arrivati in luglio dalle banche (capofila Bnp-bnl, Société générale e Unicredit) e da restituire in sette anni il mese scorso Open Fiber ha iniziato ad attingere 560 milioni. «Sarà una progressiv­a accelerazi­one di attività perché i fornitori che devono realizzare la nostra infrastrut­tura si sono organizzat­i, ma bisogna continuare a lavorare su tutte le aziende della filiera». Significa anche avere l’accordo dei comuni per scavare. Meglio se il clima intorno è calmo.

I miei ragazzi si chiedono che cosa succede. Ho detto loro di star tranquilli

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy