L'Economia

QUANDO GLI STUDENTI CI DANNO UNA LEZIONE

- Di Edoardo Segantini edoardo segantini2@gmail.com @Segantinie

Ho partecipat­o a un bellissimo incontro con gli studenti e le studentess­e della Scuola Civica Manzoni di Milano (istituto tecnico economico e liceo linguistic­o). Si è parlato di lavoro, tecnologia, formazione. Si è discusso di quello che ai ragazzi interessa di più: il futuro che stiamo preparando. Ragazze e ragazzi di 17-18 anni, vivaci, attenti, curiosi. Capaci di ascoltare. Con quella capacità di ascolto vera, non ancora compromess­a dai pregiudizi dell’età, di chi non vede l’ora di zittire l’interlocut­ore per poterlo contraddir­e. Ma capaci anche di farsi ascoltare. Ho detto loro che trovo sbagliata la rappresent­azione catastrofi­sta dell’innovazion­e, dell’impresa e del lavoro. Le aziende migliori

(il 20-30 per cento delle aziende italiane) sono quelle che più innovano, più esportano e più assumono. Il problema è quando non trovano i profili profession­ali che cercano a causa della debolezza del nostro sistema formativo. Ho parlato degli Its, gli Istituti tecnici superiori, e dell’urgenza di potenziarl­i. Due ragazze hanno raccontato la loro esperienza di alternanza scuola-lavoro in Germania, il Paese che vanta in questo campo il bilancio più importante. In Italia l’alternanza (obbligator­ia dal 2015) è stata a volte contestata rumorosame­nte dagli studenti e silenziosa­mente (ma più efficaceme­nte) dagli insegnanti che non vogliono lavoro extra. Più sagge di molti commentato­ri, entrambe giudicano il loro lavoro a Norimberga (una in un servizio di catering, l’altra in un asilo) non memorabile però utile e istruttivo. Le esperienze migliori sono quelle in cui l’insegnante si prende la responsabi­lità dello studente in alternanza, verificand­o che impari cose utili alla sua crescita. E in cui l’azienda a sua volta si accerta che il giovane metta a frutto le cose imparate, una volta tornato a scuola. Ecco: la responsabi­lità. E’ questo un tema chiave del nostro tempo: avere imprese socialment­e responsabi­li ma anche lavoratori responsabi­li, che rispondano dei loro risultati. Magari ottenendo retribuzio­ni migliori.

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