L'Economia

L’INDUSTRIA HA UNA NUOVA REGINA

Sonia Bonfigliol­i, che presiede l’azienda bolognese di riduttori, è l’imprendito­re dell’anno: «Quote rosa e 4.0, così siamo cresciuti»

- Di Irene Consiglier­e

L’anno prossimo seguirà un corso di specializz­azione alla London School of Economics, perché non bisogna smettere di imparare. Sonia Bonfigliol­i, bolognese, laurea in ingegneria meccanica, presidente della Bonfigliol­i Riduttori, è la prima donna a vincere il premio EY Imprendito­re dell’anno, quest’anno alla sua 22esima edizione.

Il gruppo fondato da Clementino Bonfigliol­i nel 1956, che produce e distribuis­ce motoridutt­ori, inverter, motori elettrici per l’automazion­e industrial­i e conta 3700 dipendenti, prevede di chiudere il 2018 con ricavi a 880 milioni di euro. «I nostri componenti sono all’interno dei nastri trasportat­ori dei bagagli, nelle pale eoliche, nei tapis roulant, negli escavatori», racconta Bonfigliol­i, cresciuta con il padre nell’azienda che oggi è quinta al mondo nel suo settore. Nel 1982 Sonia entra nel consiglio di amministra­zione ed è lei a guidare l’azienda nel percorso di internazio­nalizzazio­ne, promuovend­o lo sviluppo di nuove società in Italia e all’estero: India, Slovacchia, Vietnam, Cina, Usa e Brasile. «In squadra abbiamo tante donne, tra cui diversi ingegneri: una appena assunta. Stiamo anche attraversa­ndo una fase di forte evoluzione tecnologic­a», aggiunge l’imprenditr­ice. «La storia ultravente­nnale del premio testimonia che esistono imprendito­ri in grado di affrontare la crisi reinventan­dosi — dice Donato Iacovone, amministra­tore delegato di EY in Italia —. Imprese guidate da uomini e donne che hanno saputo coniugare la capacità di anticipare il futuro con la volontà di stare in trincea e superare le difficoltà».

Tra i premiati, nella categoria Food&beverage quest’anno il riconoscim­ento è andato al vicentino Mauro Fanin, amministra­tore delegato e fondatore di Cereal Docks. Nel Fashion&retail è stato premiato Nunzio Colella, da Napoli, fondatore di Capri, con i brand Alcott e Gutteridge un gruppo da 300 milioni. «Vogliamo affermarci all’estero», racconta Colella, che in azienda lavora con moglie e figli. Il riconoscim­ento dedicato all’imprendito­ria sostenibil­e è andato ad Andrea Rigoni, a capo della Rigoni di Asiago: tra miele, marmellate e creme spalmabili, l’azienda prevede nel 2018 ricavi per 150 milioni. «La nostra è un’impresa 4.0 già da anni. Tra i prodotti appena lanciati c’è la crema nocciolata bianca e il gelato, su cui puntiamo per crescere», spiega Rigoni.

Ad Aldo Spinelli, Giovanni Anzani e Alberto Spinelli, rispettiva­mente presidente e amministra­tori delegati del brand di arredament­o Poliform, portabandi­era del design italiano nel mondo, è andata la medaglia per la categoria Globalizat­ion. Antonio, Alberto e Giandomeni­co Auricchio, presidente e amministra­tori delegati della Gennaro Auricchio, hanno primeggiat­o nella categoria Family Business.

A Marco Bernardi di Illumia è stato consegnato il premio per la categoria Innovation & Digital Transforma­tion. A Carlo Piacenza, dei F.lli Piacenza ,è andato quello per il settore Eccellenza e Tradizione, mentre Enrico e Guido Gennasio di Alfagomma hanno vinto nel settore Industrial Products. «Le storie imprendito­riali che abbiamo scelto sono trasversal­i: provengono da diverse aree del territorio e testimonia­no come in ogni regione sia possibile cogliere le sfide del presente, crescere ed essere competitiv­i sui mercati globali», conclude Luca Pellizzoni, partner EY e responsabi­le italiano del Premio.

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 ??  ?? Vincitori Foto di gruppo per gli imprendito­ri premiati alla 22esima edizione del Premio EY. Al centro, Sonia Bonfigliol­i
Vincitori Foto di gruppo per gli imprendito­ri premiati alla 22esima edizione del Premio EY. Al centro, Sonia Bonfigliol­i

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