L'Economia

Re dollaro e le sue sorelle

- P. Gad.

Iflussi innescati da improvvisi picchi di avversione al rischio a favore dei tradiziona­li porti sicuri hanno poco a vedere con i fondamenta­li. Non si capirebbe altrimenti perché lo yen, la divisa del Paese più indebitato al mondo in rapporto al Pil, continui a catturare interesse nei momenti di panico. Sta di fatto, però, che la valuta giapponese, insieme, a biglietto verde e franco svizzero, rimane uno dei primi appigli cui si aggrappa l’investitor­e quando ha paura che i mercati crollino. Restano un’opzione valida anche in questo momento? «Tra le tre divise citate, privileger­ei il biglietto verde», annota Carlo Alberto De Casa, capo analista di Activtrade­s. Dello stesso avviso è Piermattia Menon, esperto della società di consulenza Consultiqu­e. «Stiamo costruendo posizioni sulla divisa americana, fino al 20% del paniere». Due gli strumenti più battuti: «Da un lato — spiega Menon — si può aprire un conto in valuta estera: in questo caso, se per esempio si comprano azioni americane, è possibile ricevere gli eventuali dividendi in dollari. Altrimenti esistono gli strumenti del risparmio gestito: Etf monetari che investono in titoli a brevissimo termine in yen, franchi o biglietti verde. Oppure Etn, Exchange traded note, l’equivalent­e degli Etc per il mercato delle valute, che consentono di prendere posizione, al rialzo o al ribasso, su una qualsiasi coppia di valute».

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