«I Btp? Noi ci crediamo ancora»
Sono tra le scelte preferite del big internazionale M&G: «Il profilo rischio rendimento è attraente»
Ma quanto è diventato difficile investire in obbligazioni? La combinazione di bassissimi rendimenti, anche se ora in salita in alcune aree del mondo, e l’alta volatilità che sta caratterizzando questo mercato tanto caro ai risparmiatori italiani, sta complicando la vita a chi lo fa di mestiere, figuriamoci ai singoli investitori. Per convincersene basta guardare dentro il lavoro di un team di gestione: sul filo dell’equilibrio, tra rischio e rendimento, si combatte una battaglia quotidiana a colpi di frazioni di punto per portare a casa quel risultato positivo che chi ha affidato i propri soldi, pochi o tanti, si aspetta sempre e comunque.
La storia
Prendiamo M&G, società britannica indipendente, leader del settore, oltre 350 miliardi di euro in gestione, e Wolfgang Bauer, 36 anni, tedesco di Erlangen, millenaria cittadina bavarese di centomila abitanti famosa per l’università e per la festa della birra. Laureato in chimica, ricercatore a Cambridge, Wolfgang un giorno ha avuto chiaro che il laboratorio non era la sua vita. Di fronte alla crisi finanziaria globale, poco più di dieci anni fa, ha voluto capire di più, ha studiato e si è appassionato alle complicazioni dei mercati sino a diventare uno dei gestori di punta dell’obbligazionario di M&G. Oggi co-gestisce L’M&G Absolute Return Bond Fund, fondo comune obbligazionario che promette di guadagnare indipendentemente dall’andamento dei mercati e dei titoli. Un obiettivo che con i mercati attuali si può inseguire solo con la competenza dei gestori combinata con la massima flessibilità consentita dall’uso completo degli strumenti finanziari a disposizione. «Quando la volatilità è alta si aprono opportunità per la gestione attiva», afferma convinto Bauer.
Nel caso dell’obbligazionario il concetto si traduce nella continua attività di selezione tra una moltitudine di obbligazioni, tipologie di titoli, emittenti, tassi nominali, valute; intervenendo quando è il caso sulle durate, sui tassi e su tutto quanto può essere modificato o coperto dal rischio con le tecniche finanziarie più sofisticate per arrivare al profilo di rischio/rendimento che il gestore ritiene opportuno. Gestione attiva significa anche, spiega il gestore di M&G ,«saper vedere, per trarne vantaggio, le inefficienze del mercato che possono essere determinate, per esempio, dall’attività delle banche centrali –—investendo nelle aree meno distorte dal Quantitative Easing — da modifiche e ribilanciamenti degli indici di mercato, da cambiamenti normativi. Significa prepararsi per tempo, considerando gli scenari peggiori, agli eventi di mercato determinati da fattori geopolitici, come il referendum britannico sull’uscita dall’europa o le elezioni Usa, che avevano acceso le spie di allarme nelle sale di gestione per l’impatto immediato che avrebbero potuto avere sui cambi».