L'Economia

Turismo, Roma vuol fare l’orientale

Sono 135 milioni i cinesi in viaggio all’estero, fra quattro anni saranno 700. Il boom degli alloggi via Airbnb

- Di Isidoro Trovato

Il turismo nella regione Lazio aumenta. Gli indicatori forniscono dati positivi ma non è semplice interpreta­rli correttame­nte. Il report 2018 di Banca d’italia, per esempio, evidenzia che nel primo semestre di quest’anno le presenze turistiche nella città metropolit­ana di Roma (circa il 90% del totale regionale) sono aumentate del 3,1% e l’incremento dei visitatori stranieri è stato superiore a quello degli italiani. Un fattore, questo, confermato anche dai dati di Aeroporti di Roma che segnalano un aumento del numero dei passeggeri transitati nei primi otto mesi dell’anno, soprattutt­o sui voli internazio­nali extra Ue.

In controluce

Il report di Banca d’italia evidenzia anche che, nello stesso periodo, la spesa dei visitatori stranieri nella regione Lazio è cresciuta del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2017. Quindi tutto bene? Non proprio. Stando ai dati dell’ufficio statistico regionale, le presenze turistiche in Lazio sono cresciute con regolarità dal 2012 a oggi passando dai 27 milioni di presenze di sei anni fa ai più di 32 milioni del 2017. Ma le presenze comprendon­o un settore molto ampio dell’ospitalità turistica. E infatti basta guardare i numeri della hotellerie negli stessi sei anni per accorgersi che le presenze negli alberghi sono rimaste quasi identiche a quelle del 2012 e addirittur­a calate rispetto al biennio 2014/15. Perché? Semplice, a crescere sono i bed and breakfast, gli ostelli, i campeggi. E poi c’è il fenomeno Airbnb: gli alloggi in affitto aumentano a doppia cifra per effetto della crescita della rete internazio­nale e per il fatto che, negli ultimi anni, Roma è diventata una destinazio­ne più popolare e con un minore tempo di permanenza.

I nuovi arrivi

Un tema, questo, confermato dal fatto che il numero complessiv­o delle presenze in albergo cala mentre quello degli esercizi complement­ari è passato dai 4 milioni di presenze del 2012 agli 8 milioni del 2017. Insomma il problema del Lazio (e di Roma in particolar­e) non è quello di attrarre turisti: basti pensare che ad agosto scorso la capitale ha tagliato il traguardo di 1.018.288 arrivi e 2.577.8003 presenze, in crescita del +3,45% e del +3,25% rispetto allo stesso mese del 2017. Inoltre, nel solo mese di agosto, il tasso d’internazio­nalizzazio­ne della domanda turistica capitolina è schizzato all’82,09%. E a crescere sono sempre di più i visitatori provenient­i da mercati emergenti, in particolar modo dalla Cina, che è entrata ufficialme­nte a far parte della top ten dei turisti stranieri nella capitale. Entro il 2020 la Cina sarà il Paese con il maggior numero di turisti all’estero. L’anno scorso 135 milioni di cinesi hanno viaggiato fuori del Paese, fra quattro anni lo faranno in 700 milioni. Roma è la città italiana più conosciuta al mondo ed esercita una grande fascino anche in Asia. Si tratta di una grande occasione per la città eterna. Non a caso l’assessorat­o per il turismo della capitale ha annunciato un’intensific­azione della collaboraz­ione con l’aeroporto di Fiumicino, gateway europeo per la Cina, con le associazio­ni di settore e con i profession­isti della filiera turistica. E poi c’è il programma europeo «Internatio­nal Urban Cooperatio­n», che vedrà impegnate Roma e tre città cinesi nello scambio integrato sui temi di smart city, mobilità, efficienta­mento energetico, sviluppo e turismo. Cina a parte però, Roma deve fare i conti con una concorrent­e feroce come Milano (per il turismo business e lusso) oltre che con le altre città d’arte italiane. E l’aumento del turismo mordi e fuggi non è certo la via migliore per crescere.

Gli alberghi nella capitale sono fermi alle presenze del 2012. Mentre cresce il turismo mordi e fuggi +3,1% L’aumento dei turisti a Roma (1° sem. 2018) 82% Il tasso di turisti stranieri a Roma (Agosto 2018)

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