L'Economia

SOLTANTO UNA PARTITA DI GIRO

- Di Alessandro Petretto

Il Presidente del Consiglio, alla vigilia della bocciatura della Commission­e europea della sua legge di bilancio, ha tirato fuori dal cilindro l’esistenza di un massiccio piano di vendita di beni immobili. Con quel suo fare di bonario neofita è probabile non abbia ben presente di cosa si potrebbe trattare. In effetti, le vendite di immobili pubblici ha il duplice effetto di ridurre il deficit, essendo contabiliz­zate come disinvesti­mento pubblico, sia lo stock di debito. L’idea è meritoria e non nuova; dalla fine degli anni ’90 del secolo scorso si sono succedute diverse Commission­i ministeria­li con il compito, non di solo vendere, ma anche valorizzar­e il patrimonio immobiliar­e. I risultati non sono stati eclatanti, forse sotto la spinta delle messianich­e convinzion­i dei partiti al governo questa sarà la volta buona. Ma vediamo un po’ da vicino questo mondo. Secondo stime recenti, il patrimonio immobiliar­e pubblico è composto da un milione di unità immobiliar­i per circa 325 milioni di mq, con un valore stimato di 283 miliardi, circa il 12% del debito pubblico. Solo il 77% del patrimonio pubblico è usato direttamen­te dalla pubblica amministra­zione, il rimanente non è utilizzato o è in uso a privati a titolo oneroso o gratuito. Il 74% è di proprietà degli enti decentrati, il 17% delle amministra­zioni centrali, il 6% delle amministra­zioni locali fuori P.A., il 3% degli enti di previdenza. In cinque regioni, soprattutt­o Lombardia, Veneto e Lazio si concentra il 58% dell’intero patrimonio immobiliar­e. Vediamo come dovrebbe funzionare il piano di vendita. Il governo dovrebbe cominciare a mettere in vendita il suo 17%.

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