IL «REDDITO»? INVESTIAMOLO NELLE COOP
Per il Mezzogiorno il governo dovrebbe spendere oltre dieci miliardi di euro per sostenere l’adozione del reddito di cittadinanza, la misura anti-povertà che il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio vuole inserire nella manovra. E i beneficiari sarebbero oltre un milione e 200 mila famiglie. I dati, diffusi dalla Svimez, confermano che la Campania sia la regione con il più alto numero di beneficiari (391.300) ed erogazione del sussidio (oltre 3 miliardi di euro). La copertura economica riguarda i nove mesi dell’applicazione del sussidio, da aprile a dicembre 2019.
La proposta
In questo contesto l’alleanza delle cooperative italiane, il coordinamento nazionale costituito dalle associazioni più rappresentative della cooperazione italiana (Agci, Confcooperative e Legacoop), nel corso della I edizione della Biennale della Cooperazione che si è svolta a Bari, ha lanciato una proposta al vicepremier-ministro Luigi Di Maio per evitare che il «reddito» diventi una mera misura assistenziale. Maurizio Gardini, presidente dell’alleanza Cooperative, con i suoi vice Mauro Lusetti e Brenno Begani, ha spiegato: «Il Reddito di cittadinanza rappresenta un incremento consistente delle risorse destinate alla lotta alla povertà ed è assolutamente positivo. Sarà destinato per il 63% al Sud (dati Svimez). Per evitare che si trasformi in un intervento di natura assistenziale dovrà salvaguardare quanto c’è di valido nell’impostazione del Rei, attraverso servizi e partnership con i Comuni e i soggetti non profit. Non solo. Dovrà anche coniugarsi con politiche attive del lavoro in modo da incidere in modo strutturale e permanente sullo sviluppo del Mezzogiorno». Hanno aggiunto: «La proposta che avanziamo è che il reddito di cittadinanza possa essere utilizzato anche per promuovere l’impegno dei beneficiari della misura in cooperative e imprese in attività destinate al bene comune. Per la promozione dell’autoimprenditorialità: proponiamo che i destinatari del reddito di cittadinanza abbiano la facoltà di richiedere la liquidazione anticipata dell’ammontare annuo del reddito di cittadinanza per partecipare alla costituzione di una società cooperativa o di associarsi ad una cooperativa. Richiesta accompagnata da un progetto di impresa che sarà valutato da investitori istituzionali».
Il boom delle imprese
Mentre Svimez spiega che al Sud la misura costerà 10 miliardi, Maurizio Gardini - presidente Alleanza italiana - chiama il Governo: «Si promuova l’impegno dei beneficiari in cooperative o imprese I destinatari ricevano la liquidazione anticipata delle risorse per costituire una società o associarsi a una già esistente»
Da un’elaborazione dell’unione Europea della cooperativa Uecoop su dati della Camera di Commercio di Milano emerge che il Sud traina il lavoro nelle imprese cooperative con un balzo del 13,9% negli ultimi cinque anni, quattro volte in più rispetto alla media nazionale. «Nelle regioni meridionali – aggiungono da Uecoop – si concentra un occupato su 5 delle imprese cooperative per un totale di 276.284 addetti nel primo trimestre 2018 con oltre 33 mila nuovi posti di lavoro creati dal 2013 a oggi. Il Sud rappresenta anche un motore dell’imprenditoria femminile che rappresenta il 51,2% di quelle attive e al tempo stesso ha anche il primato per numero di cooperative di giovani con oltre 4mila realtà. A pesare è però la dimensione del patrimonio che per la metà delle cooperative meridionali è sotto i diecimila euro, mentre 8 su 10 hanno meno di 10 dipendenti». Le regioni del Sud che in questi ultimi cinque anni hanno espresso la maggiore dinamicità sono la Campania con +17,9%, la Puglia con
Tra le regioni meridionali primeggiano Napoli e la Campania dove uno su due vive in uno stato di indigenza
+22%, la Sardegna con +14% e il Molise, che pur con valori assoluti molto più piccoli (da 2.823 a 4.204 addetti) ha fatto registrare una crescita del +48,9%. «Il sistema economico del Meridione – hanno concluso da Uecoop – ha un alto potenziale di sviluppo che deve essere valorizzato in tutti i settori, dall’edilizia all’agricoltura, dalla manifattura ai servizi, dalla logistica ai trasporti, per contribuire ancora di più alla crescita dell’intero Paese».
L’analisi dei dati
Detto questo, come Svimez ha calcolato le nuove tabelle sui beneficiari del Reddito di cittadinanza? In pratica si considerano potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza i nuclei familiari con Isee da 0 a 9000 euro per provincia (dichiarazioni relative al 2016). Per l’ampiezza delle famiglie si prendono i dati Istat relativi alle famiglie in povertà assoluta. Alle famiglie con un componente vanno 780 euro, per le famiglie di 2 componenti si parte dal valore medio di 1092 euro che applica la scala di equivalenza nell’ipotesi semplificatrice che i nuclei