ORA CHIANTIBANCA ROMPE GLI INDUGI «SÌ ALLA RIFORMA DELLE BCC»
Dopo i timori per le modifiche alla legge al vaglio delle Camere parla il presidente Cristiano Iacopozzi «La svolta dei gruppi è necessaria per la stabilità, rimanere piccoli si può solo facendo squadra Con l’adesione a Iccrea saremo più competitivi. E all’interno del gruppo potremo dire sempre la nostra»
Alla vigilia del dibattito nell’aula del Senato, che esaminerà gli emendamenti usciti dal lavoro in Commissione Finanze, il presidente di Chiantibanca Cristiano Iacopozzi si schiera apertamente e convintamente per il sì alla riforma del credito cooperativo. La nascita dei gruppi bancari cooperativi è necessaria per garantire stabilità al sistema delle Bcc, spiega al Corriere Fiorentino il presidente della quinta Bcc italiana, la più importante della Toscana. Il timore suscitato da uno stravolgimento della riforma (come sarebbe stato se fosse passato il primo, incendiario, emendamento della Lega che trasformava in facoltà l’obbligo di adesione ai gruppi) ha fatto scivolare in secondo piano molti mal di pancia nati durante l’applicazione della norma voluta dal governo di Matteo Renzi, in parte già mitigati con le modifiche raccolte nel Milleproroghe che aveva restituito più potere alle singole Bcc rispetto alla capogruppo. «All’assemblea del prossimo 16 dicembre chiederemo ai soci di votare a favore dell’adesione al gruppo di Iccrea — dice Iacopozzi — Un’adesione ferma e convinta, perché per rimanere piccoli c’è bisogno di coordinamento e di lavoro a rete: a questo serve la capogruppo. Una capogruppo forte, sistemica, serve proprio per mantenere l’identità locale». A far discutere (e a stimolare i tentativi di spallata da parte di alcuni membri del governo Lega-cinque Stelle) è stata soprattutto l’annunciata limitazione di autonomia delle singole Bcc in favore della capogruppo. Dopo l’ammorbidimento arrivato con le modifiche del Milleproproghe, il compromesso è adesso accettabile? «È inevitabile, per rimanere una banca locale, essere presenti sul territorio e competitivi — dice Iacopozzi — Alle Bcc servono prodotti all’altezza del mercato, servizi efficienti e prezzi vantaggiosi. L’affiliazione alla holding ci consentirà, ad esempio, di offrire mutui meno cari, Pos con condizioni più vantaggiose agli esercenti. Altrimenti andiamo fuori mercato. Le Bcc fino a due anni fa aumentavano le quote di mercato, adesso le stiamo perdendo proprio perché non abbiamo strumenti competitivi. La perdita di un po’ di autonomia è il prezzo da pagare per la sicurezza».
In realtà, a perdere autonomia saranno soltanto le banche che, a causa di cattivi indici patrimoniali, si collocheranno negli ultimi due gradini della fascia rossa: il meccanismo «a semafori» congegnato per stabilire il grado di «invasività» dei controlli da parte della capogruppo, infatti, prevede tre fasce — gialla, verde e ros- sa — con due gradini ciascuna le prime due e tre gradini l’ultima. E Chiantibanca su quale gradino si posizionerà? «Dipende da come si chiude l’anno: confidiamo di mantenere il massimo grado di autonomia e stare in fascia verde». Come si chiuderà quindi questo 2018? «Siamo almeno in linea con l’anno scorso», dice il presidente. Nella convocazione per l’assemblea spicca la richiesta ai soci di autorizzare il Consiglio d’amministrazione ad aumentare il capitale fino ad un importo pari al patrimonio (241 milioni di euro) attraverso l’emissione di azioni di finanziamento che sarebbero, eventualmente, sottoscritte dalla capogruppo che entrerebbe così direttamente nel capitale della banca. È una formulazione che è stata inserita negli ordini del giorno delle assemblee di tutte le Bcc che vorranno affiliarsi a Iccrea, soltanto con una finalità prudenziale: ad aumentare il capitale saranno, infatti, soltanto quelle banche che rischiano il dissesto.
Chiantibanca dovrà far ricorso a questo strumento di emergenza? «No» risponde Iacopozzi, «i nostri conti sono tranquilli, l’operazione di pulizia del bilancio è già stata fatta due anni fa e adesso siamo a posto, anche grazie al lavoro dell’esecutivo guidato dal direttore generale Mauro Focardi Olmi». Il dibattito sulle modifiche del governo giallo-verde alla riforma del credito cooperativo si è svolto all’ombra delle tensioni sulla manovra che hanno provocato un rialzo dello spread potenzialmente pericoloso per tutte le banche. «Per ora questa situazione per noi non ha provocato nessuna modifica né sui tassi né sui volumi — dice Iacopozzi — Ma è evidente che nel lungo periodo ci potranno essere impatti negativi sul credito». In questo senso è benvenuta la proposta dello scudo antispread per le piccole banche non quotate, così come non sarebbe stato male il sistema delle garanzie incrociate (Ips): «Una bella soluzione che però non si fa in 24 ore», dice il presidente. Quindi, tirate le somme, bene la riforma. Ma Chiantibanca ha abituato tutti a improvvisi colpi di scena. Non è che cambiate idea anche questa volta? «L’attuale governo e l’attuale Parlamento hanno a cuore le banche di territorio e lo hanno mostrato con l’intervento normativo che ha apportato alcune modifiche e miglioramenti all’impianto originario della riforma. Il credito cooperativo ha apprezzato questa particolare attenzione. Ora bisogna procedere speditamente verso una attuazione piena e coerente della riforma».
I conti del nostro 2018 saranno almeno in linea con quelli dell’anno scorso Abbiamo già fatto pulizia nei bilanci, l’aumento di capitale è solo una misura di prudenza