L'Economia

Soltanto una partita di giro

- Alessandro Petretto

Anche ammettendo riuscisse a cedere la metà di questo stock non raggiunger­ebbe il 2% del debito da abbattere, oppure finanziere­bbe il reddito di cittadinan­za e la controrifo­rma pensionist­ica per un solo anno. Per raggiunger­e risultati apprezzabi­li dovrebbe quindi rivolgersi agli enti decentrati, cioè soprattutt­o Comuni e Regioni, che hanno il grosso del patrimonio immobiliar­e. Il fatto è che le amministra­zioni locali detengono meno del 6% dello stock di debito che è quasi tutto concentrat­o al centro. Quindi il Tesoro dovrebbe, per esempio, chiedere (indurre, ordinare?) al Comune di Firenze di mettere in vendita una quota del suo patrimonio immobiliar­e da destinare alla riduzione del debito, non suo perché quasi irrisorio, ma dello stesso ministero. Con molta probabilit­à potrebbe entrare in azione la Cassa Depositi e Prestiti che acquistere­bbe la quota di Firenze per poi, col tempo, collocare gli immobili fiorentini sul mercato. Il ricavo della vendita a Cdp andrebbe al ministero, per rimborsare i titoli pubblici in scadenza. Perché l’operazione non assumesse il carattere di uno scippo, il ministero dovrebbe restituire a Firenze il valore dei suoi immobili ceduti per la patria, aumentando così il deficit e quindi il debito. Alla fine il tutto si tradurrebb­e in una complicata partita di giro. L’esito cambia se invece di Firenze si tratta di un Comune indebitato o fortemente sussidiato dallo Stato centrale, dato che in questo caso il Comune potrebbe essere obbligato ad abbattere il suo debito o vedrebbe ridursi i trasferime­nti statali.

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