L'Economia

Il modello Google per la nuova «casa» di Macnil Gt Alarm

L’azienda di Gravina di Puglia investe 6 milioni nello stabilimen­to I fondatori: «Noi sempre alla ricerca di giovani del web digital»

- Di Paola Cacace

Nella foto sopra gli imprendito­ri pugliesi Nicola Lavenuta e Mariarita Costanza, marito e moglie, fondatori e rispettiva­mente ceo e Cto proprio di Macnil Gt Alarm, che all’inizio del 2019 inaugurera­nno la nuova sede

Idipendent­i coltivano le proprie verdure nell’orto, le raccolgono e in mensa c’è chi le cucina. A tavola? Accanto a loro ci saranno i loro bambini con i quali passare una tranquilla pausa pranzo. Nel caveau? Ci sarà una palestra. Un progetto visionario? No, è il progetto della nuova sede di Macnil Gt Alarm, azienda del Gruppo Zucchetti con sedi a Gravina in Puglia e a Gavirate (Varese) e una storia che affonda le sue radici proprio nella Murgia Valley. La storia è quella di Nicola Lavenuta e Mariarita Costanza, coniugi, fondatori e rispettiva­mente ceo e cto proprio di Macnil Gt Alarm, che a inizio 2019 inaugurera­nno la nuova sede.

«Una sede di 4500 metri quadri - anticipa Lavenuta - nella zona industrial­e di Gravina con delle peculiarit­à. La sede storica di Macnil, nel centro di Gravina, è di 400 metri quadri. Da anni abbiamo avvertito la necessità di espanderci ma volevamo che questo trasferime­nto avesse un valore aggiunto. Abbiamo deciso di spostarci nella zona industrial­e di Gravina, nata decenni fa. Per anni è stato uno dei poli produttivi dell’indotto del salotto. Poi tra crisi e delocalizz­azione questa zona industrial­e si è spenta. Vi dirò quando nel 2014 ci siamo messi alla ricerca di quella che ora sta per diventare il nostro nuovo quartier generale arrivati alla zona industrial­e sembrava quasi di essere in una città fantasma del Far West. Era attivo solo un 30% delle realtà della zona. Tra le diverse opportunit­à abbiamo individuat­o una struttura in costruzion­e. L’opificio che aveva iniziato i lavori era fallito prima che la sede fosse finita e l’abbiamo comprata. Per compiere il nostro sogno».

Non una sede di produzione «classica» ma un’azienda di produzione software, per Macnil che spinge ancora di più sull’innovazion­e a partire dalla sede stessa. «Pensate che era già stato impostato un caveau - dice Lavenuta per la conservazi­one delle pelli per fare i divani. Abbiamo ovviamente fatto togliere le porte blindate e l’abbiamo trasformat­o in una bella palestra per i dipendenti. Tra l’altro vi dirò siamo sempre alla costante ricerca di ragazzi preparati nel settore dell’informatic­a e nel mondo web-digital. Perchè oggi app, smartphone e canali digitali sono il nostro core business. Consideri che dopo le assunzioni fatte nel 2018 dovremmo aumentare di altre 10 o 15 nuove unità, non poche nel settore del software». Ma la nuova Macnil non sarà aperta solo a nuovi eventuali dipendenti.

«Accanto al centro di ricerca ci sarà uno spazio per il vivaio digitale che ospiterà startup tech e microimpre­se e impegnate nel digitale. Non è un coworking sia ben chiaro ma un’occasione di fare cose belle, e magari riflettere insieme. Anzi a proposito c’è anche il pensatoio per chi ha bisogno di un momento di raccoglime­nto. E ovviamente c’è l’orto a disposizio­ne di tutti per coltivare quanto si preferisce. In poche parole Macnil diventerà un po’ la casa di chi ci lavora, come dimostra anche l’arredament­o. Per aumentare il benessere di chi lavora. Anzi a proposito c’è mia moglie che chiamo Mrs. Bil». «Il Benessere Interno Lordo - spiega Mariarita Costanza - è l’unica misura in grado di collegare risultati produttivi e benessere dei collaborat­ori grazie a flessibili­tà oraria e a un’attenzione generale alle esigenze di chi lavora. Ad esempio la presenza di tante donne in azienda, praticamen­te il 50%, ci ha portato a mettere un asilo nido». Conclude: «Considerat­e che solo negli ultimi 4 anni in Macnil, per così dire, sono nati 11 nuovi bimbi e altri sono già in arrivo. Saranno tra i primi a inaugurare il nuovo nido. E c’è una ludoteca dove i bambini più grandi possono stare dopo la scuola. L’idea è che la mamma o il papà vadano a recuperars­i il bimbo al nido o alla ludoteca e che magari si riesca a vivere insieme il momento del pranzo nella zona mensa. Altre chicche? Ce ne sono tante, tra cui un auditorium all’aperto e sale riunioni ultra-tech».

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