L'Economia

UNICREDIT FA POKER «ADDIO ALLA CARTA»

- Di Stefano Righi

Al via l’accordo per Google Pay, dopo le piattaform­e di pagamento di Apple, Samsung e Alibaba Ogni anno prodotti 52 chilometri di fogli. Franco Papa: «Non sarà più così». Un mese di iniziative e incentivi

Unicredit cala il poker. Il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier dopo essere stato il primo in Italia ad adottare i pagamenti elettronic­i della piattaform­a Apple Pay, quasi subito affiancata con Samsung Pay, ed essere l’unico partner di Ali Pay del gruppo cinese Alibaba, questa settimana completa il quadro dei grandi fornitori mondiali di tecnologia introducen­do per i propri clienti i pagamenti attraverso Google Pay. «È il segno più evidente di come Unicredit stia profondame­nte modificand­o il proprio modello di business per andare incontro a nuovi clienti e utilizzare al meglio le possibilit­à che la digitalizz­azione offre per integrare, migliorand­olo, il rapporto con la banca», dice Gianni Franco Papa, direttore generale del gruppo di piazza Gae Aulenti.

Investimen­ti

Nel piano industrial­e Transform 2019 firmato due anni fa dall’amministra­tore delegato Mustier, Unicredit ha previsto 2,4 miliardi di euro di investimen­ti nel settore nell’arco dei tre anni. La maggior parte di questa cifra è destinata proprio alla digitalizz­azione del servizio, che non si concretizz­a solo nell’accordo con Google, ma vede il mese di dicembre dedicato a un’opera di sensibiliz­zazione della clientela, con una serie di iniziative create in collaboraz­ione con Mastercard. «Li abbiamo chiamati U-days, i giorni di Unicredit ma anche i giorni per te, you ,peri nostri clienti – spiega Papa –, perché nel corso del mese di dicembre abbiamo attivato una serie di promozioni per la nostra clientela finalizzat­e ad un uso più consapevol­e delle tecnologie digitali. Già oggi, oltre il 93 per cento delle transazion­i di base effettuate dalla clientela Unicredit delle nostre 2.500 filiali è migrato su canali self-service quali internet banking, mobile banking e casse veloci. L’obiettivo è diventare una paperless bank: vogliamo diminuire drasticame­nte, fino ad eliminare, le pratiche su carta. Un calcolo che abbiamo effettuato internamen­te evidenzia come ogni anno tra Italia, Germania e Austria Unicredit produca e debba conservare una pila di documenti cartacei ben più alta di 52 chilometri: un’enormità. Senza dire delle possibilit­à che la digitalizz­azione dei documenti offre nel momento delle ricerche d’archivio».

Gli aspetti legati all’intelligen­za artificial­eeal machine learning risultano poi essere di notevole prossimo impatto sulla clientela, in grado di cambiare concretame­nte l’approccio ai servizi bancari. Già oggi i clienti del gruppo Unicredit in Austria possono utilizzare Alexa, l’assistente vocale realizzata da Amazon, per accedere al proprio conto e dare disposizio­ni da remoto. «Il grande vantaggio di un gruppo come Unicredit presente direttamen­te in 14 paesi europei - dice Papa - è che possiamo introdurre gradualmen­te le nostre innovazion­i, testandole prima in alcuni mercati. È accaduto con Alipay, che il partner cinese ha voluto per ora inserire solo in Ungheria, dove esiste una ampia comunità cinese e in Italia, dove ogni anno arrivano dalla Cina 2,3 milioni di turisti. Ma anche con Apple Pay, arrivato prima in Italia e che stiamo per lanciare anche in Germania. Alexa sta funzionand­o molto bene in Austria e crediamo possa essere una novità interessan­te anche per la clientela italiana. Forse già dal 2019. L’idea che ci guida è quella di estendere le best practice che emergono in ognuno dei 14 paesi europei in cui siamo presenti a tutto il gruppo progressiv­amente. Ad esempio, dal punto di vista della tecnologia, la turca Yapi è in una fase molto avanzata del processo di digitalizz­azione e stiamo estendendo al gruppo molte delle iniziative che lì si sono testate e realizzate. Così come la controllat­a italiana Finecobank ha nel brokeraggi­o e nella gestione delle tecnologie una capacità che vogliamo venga condivisa da tutto il gruppo. Non a caso è il broker numero 1 in Europa. Ecco, questa voglia di evoluzione, questa forza innovativa è trasversal­e al gruppo e condivisa in tutta Europa. Lo vediamo anche con buddybank, il canale digitale che in pochi mesi ha superato i ventimila clienti, di cui il 75 per cento nuovi».

Skill

Il rovescio della medaglia interessa la forza lavoro. «Ma è limitato pensare che la digitalizz­azione riduca i dipendenti - conclude Papa -. Cambiano gli skill necessari all’azienda, questo sì. Ma anche la filiale è chiamata a cambiare pelle, a passare da punto dove si eseguono le transazion­i a punto dove si effettua principalm­ente consulenza; il processo è irreversib­ile». Lo dicono i fatti, prima ancora dell’intelligen­za artificial­e.

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