L'Economia

Sul Brennero l’auto correrà da sola

La prima applicazio­ne pratica che riguarda direttamen­te l’italia è il progetto Europeo 5Gcarmen Da Bologna a Monaco l’autostrada iper connessa con la collaboraz­ione di Fca, Bmw, Tim e Deutsche Telekom

- di Manca e Viola

Parafrasan­do William Burroughs e la cultura beat che lo caratteriz­zava, Sergio Marchionne, nel 2015 intitola una sua visione del mercato automobili­stico Confession­s of a Capital Junkie. Confessava cioè la sua dipendenza dal capitale nel senso del grande spreco in risorse che avveniva e sta avvenendo nel settore automobili­stico. Spreco dovuto alla mancanza di alleanze tra i vari produttori e a una visione globale del mercato. Siamo nel pieno degli anni nei quali la forte convinzion­e in Europa di dover giocare un ruolo importante in uno dei settori trainanti delle società si sta consolidan­do. E in una direzione precisa: fare dell’unione uno dei leader mondiali nello sviluppo di una mobilità connessa e automatizz­ata.

Le recenti vicende mostrano quanto, sia da parte dei protagonis­ti industrial­i del settore, sia da parte delle politiche pubbliche, la velocità del cambiament­o stia aumentando. Tutti si stanno muovendo sull’auto eletitalia­ne,

trica. Sul fronte della guida autonoma ci sono esempi di alleanze fra i costruttor­i e i giganti dell’informatic­a. Tutte novità che spingerann­o due ambiti economici e tecnologic­i a convergere: le telecomuni­cazioni e la mobilità. Due settori nei quali anche l’europa e l’italia possono e devono giocare un ruolo importante.

L’italia ha in particolar­e un’economia che dipende fortemente dal trasporto su gomma, sia perché nel campo dell’automotive i suoi distretti industrial­i sono di assoluta eccellenza nel mondo. Il tema della mobilità intelligen­te, della mobilità connessa, può diventare uno dei punti fondamenta­li che potranno cambiare in meglio la nostra società contribuen­do alla sua crescita.

Troppo spesso si pensa che il futuro del settore automotive sia una questione che riguardi solamente le aziende del settore: ci vorrebbe più attenzione all’intreccio tra digitale e mobilità. Questa è una grande opportunit­à ma c’è il rischio che diventi il tallone d’achille dell’italia e dell’europa. L’auto del futuro basata sul l’intelligen­za artificial­e e componenti­stica avanzata può essere una grande opportunit­à per le grandi eccellenze si pensi ad esempio al Piemonte o all’emilia-romagna che rappresent­ano un importante polo di aggregazio­ne di ricerca e innovazion­e. Ma dall’altra parte c’è un rischio concreto che in assenza di una politica industrial­e che supporti l’innovazion­e tecnologia il centro focale dell’auto del futuro si sposti dall’europa ad altre parti del mondo. E sarebbe davvero un peccato Non si tratta solo di questioni meramente economiche. Ma anche di un approccio alla società e al suo benessere che può essere fortemente modificato dal digitale. Si pensi solo alle code in autostrada.

Le opere

ro totale) automatizz­azione della guida, l’auto può diventare un mezzo molto più sicuro di oggi. Ancor più necessario se si pensa che il numero di morti sulle strade italiane dal 1950 a oggi è pari a quello della Seconda guerra mondiale. Quando parliamo dell’ambiente e della sicurezza stradale si tratta di temi quindi che trovano risposte nell’auto elettrica, connessa e a guida più o meno parzialmen­te autonoma. Ma di quali tecnod’europa. abbiamo bisogno? Quelle fondamenta­li sono 5G e intelligen­za artificial­e, oltre a batterie e processori ad altissima velocità. Questa è l’auto del futuro: componenti meccanici di base, quattro ruote, motore elettrico, batterie, un sistema di cavi ottici, un microproce­ssore potentissi­mo e l’intelligen­za artificial­e e tanti sensori. E poi c’è la bellezza della carrozzeri­a e degli interni magari fatta da stilisti italiani. Come fatta da italiani è la componenti­stica che, va ricordato produce quasi il 6% dell’intero Pil italiano con 250 mila addetti. Fondamenta­le è la connession­e. Su questo la Commission­e europea ha indicato alcuni obiettivi strategici da raggiunger­e entro il 2025 grazie allo sviluppo della tecnologia 5G. Questo significa che verranno costruiti dei corridoi 5G dove sarà garantita la connession­e ininterrot­ta dei veicoli che li percorrono. Nel marzo del 2017, in occasione del primo Digital Day organizzat­o dalla Commission­e a Roma, gli Stati membri hanno firmato una lettera di intenti per avviare una cooperazio­ne transfront­aliera che faciliti la creazione di questi corridoi. Dal 2017 sono stati identifica­ti più di 8000 km che riguardano i grandi assi autostrada­li La prima applicazio­ne pratica che ci riguarda direttamen­te è il progetto Europeo 5Gcarmen coordinato dalla Fondazione Bruno Kessler. L’italia ha scelto il corridoio più trafficato che è il Brennero. Da Bologna a Monaco, 600 chilometri di autostrada beneficera­nno della collaboraz­ione di società del calibro di Fca, Bmw, Tim e Deutsche Telekom per creare un enorme corridoio connesso. Sarà al 100% 5G e permetterà la guida autonoma. Il 5G è una tecnologia che permette scambi di dati istantanei ad altissima velocità permettend­o alle auto di reagire in tempo reale a tutte le condizioni di guida.

Una prima applicazio­ne della guida autonoma che è ormai quasi sul mercato riguarda i camion che rappresent­ano gran parte del traffico pesante. Il sistema a un nome si chiama Platooning. Si tratta di convogli di camion — uno appresso all’altro — regolati in maniera automatica, un sistema basato su sensori progettato per funzionare a fianco del traffico normale e non richiedere­bbe alcuna modifica all’autostrada. Il sistema coinvolge diversi camion o auto che seguono un veicolo di testa affidato a un pilota profession­ista, che controlla sterzo, accelerazi­one, velocità e frenata per l’intero plotone. È una tecnologia disponibil­e già oggi e camion sperimenta­li stanno macinando migliaia di chilometri nelle autostrade per provarla. Di nuovo, è una tecnologia che fa risparmiar­e una marea di combustibi­le e introduce un livello di sicurezza e di fluidità del traffico non conosciuto prima.

Quando si pensa a due gruppi come Mercedes e Bmw che decidono di mettere assieme piattaform­e come Mytaxi e Drivenow-cartogo si capisce che stiamo entrando in un mondo dove la mobilità non sarà più la stessa. L’intelligen­za artificial­e ma anche imprendito­riale e pubblica sarà quella che guiderà l’evoluzione di questa parte così importante nella vita di ognuno di noi. Il processo è appena iniziato, cosa aspettiamo a sfruttare l’onda?

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