Azimut, il mio yatch attracca a New York
Un terzo del fatturato arriva dagli Stati Uniti. Così per i 50 anni della fondazione il gruppo attracca nel centro di New York. «La Borsa non ci interessa», dice il fondatore Paolo Vitelli
Il design made in Italy giganteggia nel cuore di Manhattan. È l’azimut S6, una barca di 60 piedi (18,3 metri), la dimensione più grande che Times square, iconica piazza newyorkese, potesse accogliere. L’ha installata il suo costruttore, il gruppo Amizut-benetti, leader mondiale nel settore dei megayacht, per celebrare i 50 anni dalla sua fondazione e per raccontare la nautica come eccellenza italiana anche al pubblico dei non appassionati di mare.
«L’azimut S6 ha lo stile dell’ultima generazione delle nostre barche: interno ed esterno sono integrati in uno spazio unico, sempre a contatto con il mare; e la parte superiore è in fibra di carbonio per alleggerire lo yacht e renderlo più efficiente nel consumo energetico», ha spiegato a L’economia Paolo Vitelli, che nel 1969, a soli 22 anni aveva fondato l’azienda. Da allora Azimut è cresciuta, anche con l’acquisizione nel 1985 degli storici cantieri Benetti, diventando un gruppo da 830 milioni di euro di fatturato (al 31 agosto 2018,
chiusura dell’anno nautico), presente in 68 Paesi, con stabilimenti a Fano, Livorno, Savona, Viareggio, Itajaí (Brasile) e nel quartier generale di Avigliana, la città natale di Vitelli. L’86% di Azimut-benetti è della famiglia di Vitelli, che continua a gestire il gruppo affiancato dalla figlia Giovanna, 43enne. Mentre il 14% è controllato dalla società di investimenti Tip, di Giovanni Tamburi.
Tecno-design
«Io ho sempre avuto una grande passione per la tecnologia oltre che per il mare e mia figlia è una entusiasta del design — racconta Vitelli —. Insieme siamo una coppia vincente. Le nostre banche sono high-tech ed ecologiche, e anche bellissime perché firmate da grandi designer, scelti da Giovanna fuori dalla ristretta cerchia degli specializzati nella nautica».
«Sostenibilità sul mare» e «Evoluzione di arte e design nel lusso» sono due temi di conversazioni nel programma Nyc x Design il mese scorso a cui ha partecipato il gruppo Vitellibenetti. Che conta come collaboratori designer famosi come Achille Salvagni, Enrico Bonetti dello studio newyorkese Bonetti/kozerski e Vincenzo De Cotiis, autore fra l’altro degli interni del nuovo yacht Magellano.
Grazie all’enfasi sul made in Italy e ai continui investimenti in ricerca e sviluppo il gruppo Azimut-benetti ha superato bene la lunga crisi economica iniziata nel 2008, che ha invece più che dimezzato il fatturato del resto della nautica italiana. «Potevamo aprire cantieri nel Terzo mondo per fabbricare barche a basso costo — ricorda Vitelli —. E in effetti abbiamo avuto uno stabilimento in Turchia ma abbiamo deciso di chiuderlo per difendere gli operai italiani e per restare fedeli all’idea che lo stile italiano va fatto nel nostro Paese. Il mercato ha applaudito la nostra scelta». Ha funzionato anche la diversificazione nei servizi: il gruppo Azimutbenetti comprende società che rispondono a tutti i problemi dei proprietari di yacht, dalle riparazioni alla rivendita, passando per la gestione e il noleggio. Quest’ultimo è il primo business con cui Vitelli si era messo in proprio. «Era il modo più facile per
L’86 per cento del capitale è in portafoglio alla famiglia del fondatore. La quota restante è della Tip di Tamburi «La qualità conta. Avevamo una fabbrica in Turchia. L’abbiamo chiusa riportando tutto in Italia. Il mercato ha capito e ci ha premiato»
cominciare a guadagnare un po’ di soldi e poi reinvestirli nella produzione — spiega Vitelli —. Il mio sogno era diventare ancor più bravo di mio padre, imprenditore tessile. Quindi ho scelto un settore diverso e di cui ero appassionato. Sono soddisfatto di esserci riuscito, diventando il numero uno al mondo nel mio business».
Diverse banche d’affari hanno cercato di convincere Vitelli a quotarsi in Borsa. «Accetti se vuoi vendere o se hai bisogno di capitali, ma noi non vogliamo cedere la nostra azienda e non abbiamo bisogno di altri fondi perché reinvestiamo tutti gli utili nello sviluppo — sottolinea Vitelli —. Il ruolo di Tamburi, che fra l’altro è anche lui appassionato di barche, è aiutarci nel passaggio generazionale al timone del gruppo e nel rigore della gestione finanziaria».
Il mercato più importante per Azimut-benetti sono gli Stati Uniti (33% del fatturato): «Sono trainanti con la loro economia in crescita del 3,5% e la loro fiducia nel futuro», commenta Vitelli.