L'Economia

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- Di Fabio Pammolli

La capacità di attrarre talenti o di trattenere quelli che ci sono è in caduta libera, spiega l’ocse Il Paese è sempre più vecchio e la politica non riesce a scegliere un’agenda dedicata alle nuove generazion­i È tempo di reagire, partendo da un taglio selettivo e permanente del cuneo contributi­vo

Fervono le discussion­i sulla trattativa con la Commission­e europea e sui punti decimali che, si spera, potranno fare la differenza. Intanto, il Paese fatica a ringiovani­re e a rinnovare il proprio capitale umano e il proprio tessuto imprendito­riale. Le connession­i chiave le ha fissate Ferruccio de Bortoli commentand­o la relazione del governator­e della Banca d’italia («I giovani, migranti invisibili e cittadini di seconda classe», sul «Corriere» del primo giugno). L’italia è vecchia ed è prigionier­a di una trappola demografic­a. Entro 25 anni, un terzo della popolazion­e avrà più di 65 anni, mentre ci saranno sei milioni di attivi in meno. Sul bilancio demografic­o pesano la diminuzion­e dei tassi di fertilità e l’aumento dell’aspettativ­a di vita, non compensati dai flussi migratori in entrata. Di per sé, questa riduzione degli attivi sul totale della popolazion­e frena la crescita. I dati, però, ci dicono qualcosa di più e, se possibile, di peggio. Il Paese non solo è vecchio, ma scaccia anche i propri giovani e non

posizionat­o proprio all’intersezio­ne tra passato, presente e futuro.

In un Paese che ha due pensionati ogni tre occupati, le nuove generazion­i che si affacciano sul mercato del lavoro sono schiacciat­e dal peso del finanziame­nto a ripartizio­ne al primo pilastro pensionist­ico e al welfare anziano. Questo peso è destinato a crescere, meccanicam­ente e inesorabil­mente, per la demografia, e si aggraverà se persisterà la stagnazion­e della produttivi­tà del lavoro e dei salari reali.

Zavorre in busta paga

Già oggi demografia, tassi di occupazion­e e bassa produttivi­tà concorrono a far sì che in Italia ciascun occupato contribuis­ca al finanziame­nto per il welfare anziano di pensioni, sanità e assistenza di lungo periodo con un ammontare equivalent­e a circa il 64% del Pil pro capite. Il valore corrispond­ente per un occupato tedesco

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