FONDO ANIA AL VIA CON MEZZO MILIARDO
Maria Bianca Farina stringe i tempi per la Sgr sostenuta dalle compagnie di assicurazione e dedicata alle infrastrutture Per la gestione in lizza F2i, Macquarie e Partners Group. L’idea della partnership e l’apertura alle casse previdenziali
Èancora una partita a tre. E vede sul terreno di gioco le squadre del fondo per le infrastrutture F2i capitanato da Renato Ravanelli. Sul campo opposto Macquarie, il più grande fondo globale del settore con oltre 500 miliardi di dollari australiani di asset gestiti, e Partners Group, radici in Svizzera e presenza mondiale con 10 miliardi di investimenti in gestione nelle infrastrutture private. Tutti in gara per il ruolo di gestore del futuro fondo promosso dall’ania e
dalla sua presidente Maria Bianca Farina.
Ci vorranno ancora un paio di settimane prima della selezione definiva nell’ambito di una competizione che però vede F2i in pole position, matrice italiana, forte di una competenza maturata con la gestione di tre fondi, con l’ultimo ormai dotato di un ricco portafoglio e una dotazione in larga parte investita, soprattutto dopo operazioni di taglia come quella di Ei Towers. La scelta è un passaggio fondamentale per il progetto lanciato ad aprile dalla presidente Farina.
Visto che la società di gestione che verrà selezionata dovrà indirizzare il fondo delle compagnie verso i migliori investimenti. Il veicolo dovrebbe arrivare a una raccolta di circa 500 milioni, meno del miliardo ipotizzato inizialmente. Ma la somma potrebbe essere ampliata con l’apporto eventuale di altri sottoscrittori come le casse di previdenza. Per ora l’elenco includerebbe i grandi nomi delle assicurazioni, come il gruppo Generali, Poste Vita (di cui Farina è presidente, stessa carica ricoperta nella controllante Poste Italiane), Unipolsai e altre nazionali. Ma della squadra faranno parte anche compagnie estere con forte presidio nella Penisola, tra questi, in cima alla lista ci sarebbe Axa.
Unica regia
Il progetto è di unire sotto un’unica cabina di regia gli investimenti del mondo assicurativo nel settore delle infrastrutture, uno dei campi dove sono peraltro più attivi i gruppi delle polizze, proprio per la loro matrice di investitori di lungo periodo che cercano opportunità a basso contenuto di rischio, con margini rotondi e rendimenti costanti.
Ma la vera molla è lo scenario di bassi tassi di interesse che sembra prolungarsi ancora che per gli assicuratori si traduce in rendimenti ancora magri. Proprio per questo motivo le imprese delle assicurazioni hanno
Tra i soci della prima ora Generali, Poste Vita e Unipolsai, ma ci saranno anche le estere radicate in Italia, a cominciare da Axa
da tempo avviato un processo di diversificazione dell’asset allocation, riducendo il peso dei titoli di Stato in favore di bond societari, titoli azionari, private placement, e appunto, infrastrutture.
Il percorso lungo il quale si muoverà tecnicamente il fondo è ancora da definire, anche perché molto dipenderà dalla società di gestione che l’ania selezionerà per combinare il matrimonio d’affari.
La partnership
Ma una delle ipotesi in discussione è che il fondo targato Ania coinvesta (quindi con una quota più piccola) a fianco di quello con cui stringerà la partnership. Anche se la via maestra sembra quella dell’allestimento di una squadra ad hoc per il nuovo fondo strutturato e gestito a condizioni di mercato, con obiettivi e target scelti dalla stessa Associazione.
L’idea è anche di portare un contributo del settore nel suo insieme, allo sviluppo di questi investimenti importanti per la ripresa economica del Paese. In Italia — aveva illustrato Farina ad aprile — la spesa per investimenti pubblici in infrastrutture è diminuita del 27% dai 47 miliardi del 2006 ai 34 miliardi del 2017. Il fenomeno non è solo italiano. Tuttavia, mentre nel resto dell’eurozona la discesa si è interrotta nel 2014, da noi è invece proseguita anche negli ultimi anni e questo rende il Paese meno competitivo.