Di Muro: «Un miliardo di raccolta entro la fine dell’anno»
Il dg di Iwbank private investment
Sacchiano convinto, dopo 18 anni nel gruppo Deutsche Bank, Dario Di Muro sa bene che la miglior difesa è l’attacco. Così, declinando le medesime simpatie calcistiche dell’amministratore delegato del gruppo Ubi, Victor Massiah, è andato a sedersi su quello che Massiah non esita a definire «un piccolo tesoro», che però pochi conoscono e che, soprattutto, molti vorrebbero far crescere e portare in evidenza. Così dall’ottobre scorso Di Muro è direttore generale di Iwbank private investment. Il gruppo è nato nel 2015, mettendo assieme le competenze della rete dei consulenti finanziari del gruppo Ubi con la tecnologia
applicata al mondo del banking propria di Iwbank. «Il momento è favorevole — spiega Di Muro —, perché le nuove regole e la tecnologia rendono maturi i tempi per un grande cambiamento nel nostro mercato. Iwbank private investment ha tutte le carte in regola per crescere. Abbiamo alle spalle un gruppo che è tra i più solidi in Italia e sappiamo agire con rapidità: mixiamo contenuti importanti sul fronte della tecnologia e della operatività da remoto, con una efficiente rete di consulenti. Oggi in Italia solo il 25 per cento dei clienti del sistema bancario si appoggia a un consulente, contro il 75 per cento negli Stati Uniti. Ecco, io credo che i tempi siano maturi per ridurre le distanze. Un’architettura di offerta realmente aperta, con 40 case di gestione e oltre 4.500 fondi comuni su cui investire, offre al nostro cliente una opportunità importante». L’entrata in vigore della direttiva Mifid2, che incrementa la competizione nel settore, rappresenta il punto di svolta, l’acceleratore di un mercato che oggi vede Iwbank dietro ai principali operatori (Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali, Allianz, Azimut, Deutsche), ma con significative ambizioni di crescita. «Vogliamo cavalcare questa onda di cambiamento — sottolinea Di Muro —. Un’industria che decide di passare da una remunerazione