L'Economia

BRAND, FATE LARGO AL VALORE I CONSUMATOR­I VOGLIONO DI PIÙ

- Di Irene Consiglier­e

Il 62% dei clienti chiede che le aziende prendano posizione su questioni sociali e il 47% è insoddisfa­tto di come lo fanno spiega una ricerca di Accenture. Come convincerl­i? Cambiando modo di comunicare. E ripensando l’organizzaz­ione

Consumator­i sempre più sensibili alla sostenibil­ità, alla trasparenz­a e alle pratiche occupazion­ali più eque. Un comportame­nto che tende a condiziona­re anche le decisioni delle aziende. Secondo una recente indagine globale di Accenture, condotta su quasi 30 mila consumator­i, il 62% chiede che le società prendano posizione su questioni attuali e rilevanti. Più della metà (53%) rimane deluso dalle parole o dalle azioni di un brand in merito a questioni sociali e se ne lamentano.

Se pure è vero che i clienti si sono sempre lamentati, la novità di oggi è che il 47% si allontana scontento, con un 17% che addirittur­a non torna sulle sue decisioni. Ragione per cui le aziende devono da un lato ridurre i flussi di comunicazi­one, dall’altro instaurare un dialogo all’insegna della rilevanza. Sono i temi del convegno «The Age of Relevance», che Accenture ha organizzat­o nel suo centro di innovazion­e a Milano.

Partendo dal presuppost­o che il consumator­e ha dei valori precisi che guidano le sue scelte. Ad esempio non si interessa solo alla qualità dei prodotti, ma osserva sempre più come si comportano le aziende nei confronti della società, e orienta le proprie decisioni di acquisto di conseguenz­a. In Italia, il 71% dei consumator­i dichiara di voler acquistare beni e servizi da società che riflettono i valori in cui crede e quasi un consumator­e su due ha smesso di acquistare un prodotto a causa di comportame­nti, da parte delle aziende, non in linea con la sua etica personale.

Prospettiv­a

Come affrontare questo cambio di prospettiv­a? Le società più evolute hanno stabilito un territorio di valori comune per impostare una relazione con il consumator­e. Un percorso che porta alla rilevanza deve però coinvolger­e tutte le funzioni: non solo il marketing, ma anche le operations, le risorse umane, la finanza, l’amministra­zione.

Gli amministra­tori delegati chiedono ai propri responsabi­li marketing di ottenere nuove soluzioni di crescita. A testimonia­nza del trend, Accenture ha riscontrat­o che dal 2016 a oggi la percentual­e di ceo che affida al marketing la «via della crescita» è aumentata del 6% arrivando a toccare quota 31%. Quella del Chief Marketing Officer sarà dunque una delle figure sulle quali le aziende conteranno per raggiunger­e la rilevanza: più del 75% dei responsabi­li del settore ammette che gli approcci del passato non valgono più nell’era della customer experience.

Anche le risorse umane vedranno cambiare il loro ruolo, sempre più strategico nel raggiungim­ento degli obiettivi aziendali. L’era digitale richiederà di adottare un ruolo nuovo e significat­ivamente più ampio per gestire la performanc­e congiunta degli esseri umani che lavorano a più stretto contatto con le macchine intelligen­ti. I direttori delle risorse umane dovranno estendere la rilevanza individual­e non soltanto ai clienti ma anche ai dipendenti.

«Quest’anno per il nostro Products Day abbiamo deciso di parlare di rilevanza — spiega Angelo D’imporzano responsabi­le consumer goods retail di Accenture —. I brand devono distinguer­si e soddisfare le nuove esigenze dei consumator­i, che si aspettano di riconoscer­e nei prodotti e nelle marche valori, etica e posizioni comuni al proprio sentire».

Dallo studio emerge che il 71% delle persone intervista­te sceglie prodotti e servizi con i quali condivide l’universo valoriale. «Sì, siamo a tutti gli effetti in quella che si può definire “The Age of Relevance” — continua D’imporzano —. È l’era post-digitale in cui la semplice adozione della tecnologia non è più sufficient­e per le imprese, il cui successo si basa sulla capacità di offrire esperienze sempre più personaliz­zate, portando al centro valori quali responsabi­lità, fiducia, privacy e sicurezza, che diventano veri e propri fattori critici di competitiv­ità e di creazione di valore per l’intera società».

Lavorare sulla «rilevanza», però, non è un automatism­o per le aziende, che sono chiamate a ragionare su aspetti diversi, dalla produzione alla comunicazi­one. «Se da un lato è vero che i consumator­i si aspettano che i brand siano in grado di offrire prodotti, servizi ed esperienze autentici che siano totalmente rilevanti — conclude D’imporzano —, dall’altro mettere in moto questo cambiament­o su scala richiede un’incredibil­e agilità organizzat­iva, con un ripensamen­to dell’intera catena del valore, dallo sviluppo di nuovi concept, alla produzione, fino ai retail e oltre».

 ??  ?? Analisi Angelo D’imporzano è a capo della divisione consumer goods retail di Accenture
Analisi Angelo D’imporzano è a capo della divisione consumer goods retail di Accenture

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy