L'Economia

IL «TOCCO» CINESE DI SECO GROUP

Made in Italy controcorr­ente: l’azienda hi-tech ha appena rilevato Fannal Electronic­s. Il ceo Mauri: ne faremo una piattaform­a logistica

- Di Diana Cavalcoli

software e meccanica, ingegneriz­zazione e attività di collaudo.

Una rete estera

L’acquisizio­ne rientra in un progetto più ampio di internazio­nalizzazio­ne partito nel 2012 e oggi sostenuto dai 10 milioni di euro investiti ad aprile 2018 dal fondo FII Tech Growth di Cassa depositi e prestiti. Un finanziame­nto pensato proprio per accelerare il processo di espansione. Seco ha chiuso il 2018 con ricavi per 54,6 milioni di euro e 9 milioni di ebitda. E il 2019 sembra promettere bene: la prospettiv­a di crescita è del 20% grazie soprattutt­o all’export in volata, che oggi pesa solo per il 30% del fatturato. «L’obiettivo dietro all’acquisizio­ne è rafforzare la nostra presenta in Cina, mercato in fermento. Qui vogliamo costruire una piattaform­a logisticoc­ommerciale di gruppo potenziand­o in parallelo la supply-chain». Lo shopping in Cina di Seco è motivato anche dalla volontà di mettere a disposizio­ne dei clienti — tra cui Cimbali, Esaote, Evoca e Technogym — «un pacchetto integrato». Con applicazio­ni quasi infinite. Si va dal campo biomedical­e, come nel caso degli ecografi o dei macchinari per Tac, al fitness se si pensa agli attrezzi per la palestra smart capaci di registrare e visualizza­re dati in tempo reale.

Il piano di crescita internazio­nale è sostenuto dagli investimen­ti del fondo FII Tech Growth di Cdp

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Al vertice Massimo Mauri, consiglier­e delegato di Seco

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