Fondi, l’impegno rende fino al 7% in più
Gli effetti dell’attivismo dei gestori per stimolare le aziende di cui sono azionisti su ambiente e responsabilità sociale
Si chiama Engagement(coinvolgimento) ed è la seconda strategia sostenibile per popolarità in Europa, subito dopo l’esclusione (exclusion). Il tasso di crescita annuo negli ultimi otto è stato del 14% secondo il rapporto sul mondo Sri di Eurosif (l’associazione paneuropea dedicata alla promozione degli investimenti sostenibili), raggiungendo a fine 2017 un patrimonio in gestione di 4.800 miliardi di euro. In particolare, in Italia, guardando all’ultimo biennio di rilevazione Eurosif, le masse dedicate alla strategia engagement sono più che triplicate (+213%), raggiungendo circa 200 miliardi.
Ma quali vantaggi offre al risparmiatore la partecipazione (o voto) di un fondo alle assemblee delle società in cui investe? «È lo strumento migliore per far presente alle aziende le richieste di una parte sempre più consistente di investitori, interessati a istanze che vanno oltre la pura ricerca di rendimento — risponde Luca Mattiazzi, direttore generale di Etica Sgr —. L’obiettivo principe dell’engagement è condurre le imprese verso comportamenti più sostenibili e responsabili, portandole ad assumere decisioni che prendono
in considerazione anche tematiche sociali, ambientali e di buon governo nelle proprie politiche aziendali. Scelta che può portare benefici anche in termini finanziari». Ricevere concrete risposte in sede di engagement e osservare un impegno reale e misurabile da parte delle aziende è sinonimo di un approccio strategico positivo delle società in cui investono i fondi », aggiunge ancora. Va detto che i parametri Esg (Environmental, social e governance, ndr) sono in grado di guidare la transizione verso uno sviluppo sostenibile ma, se non gestiti in modo idoneo, possono avere impatti economico-finanziari negativi.
Le evidenze
La storia recente lo ha dimostrato e sono diversi gli studi che evidenziano l’esistenza di una correlazione positiva tra engagement e performance. Un’analisi pubblicata nel 2015 da Credit Suisse (Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook), per esempio, mostra che stimolare le aziende su temi legati alla sostenibilità, genera potenziali extra-rendimenti nell’ordine del 2,8% dopo 18 mesi dal primo meeting con la società. Un indicatore che sale al 7,1% nel caso in cui l’attività di engagement sia stata valutata come positiva da chi la realizza. Inoltre, un working paper di Ecgi (European Corporate Governance Institute) del 2017 ha riscontrato come le società con cui si instaura engagement siano caratterizzate solitamente da rendimenti azionari e liquidità più elevati. E ancora, l’attività contribuisce anche a ridurre il profilo di rischio-rendimento di un portafoglio azionario. In particolare, un paper del 2018 (Esg Shareholder Engagement and Downside Risk) ha mostrato che l’engagement su temi ambientali, sociali e di governance riduce il rischio di perdita delle imprese.
Gli ambiti strategici
«Per quanto ci riguarda – argomenta Mattiazzi – nel 2018 ci siamo concentrati soprattutto sul cambiamento climatico, rispetto dei diritti umani e fiscalità, arrivando a votare in assemblea in 21 società a 157 punti all’ordine del giorno. Negli ultimi anni abbiamo proseguito e rafforzato gli impegni in ambito ambientale, intraprendendo con le aziende iniziative di dialogo finalizzate a rafforzare la rendicontazione sugli impatti in termini di riduzione delle emissioni ed efficienza energetica e sulle loro azioni per gestire i rischi legati al climate change». Riguardo alla fiscalità, Etica Sgr ha lavorato per cercare di migliorare la disclosure sulle imposte pagate e incoraggiare lo sviluppo di strategie responsabili. «A tal fine abbiamo aderito a una campagna internazionale, Collaborative engagement on corporate tax responsibility, che vede come destinatari aziende dei settori healthcare e Ict (information and communication technology, ndr) ritenute più esposte al rischio di politiche fiscali aggressive in relazione al loro legame con i diritti di proprietà intellettuale», conclude il direttore generale di Etica Sgr.