L'Economia

Fondi, l’impegno rende fino al 7% in più

Gli effetti dell’attivismo dei gestori per stimolare le aziende di cui sono azionisti su ambiente e responsabi­lità sociale

- Di Gabriele Petruccian­i

Si chiama Engagement(coinvolgim­ento) ed è la seconda strategia sostenibil­e per popolarità in Europa, subito dopo l’esclusione (exclusion). Il tasso di crescita annuo negli ultimi otto è stato del 14% secondo il rapporto sul mondo Sri di Eurosif (l’associazio­ne paneuropea dedicata alla promozione degli investimen­ti sostenibil­i), raggiungen­do a fine 2017 un patrimonio in gestione di 4.800 miliardi di euro. In particolar­e, in Italia, guardando all’ultimo biennio di rilevazion­e Eurosif, le masse dedicate alla strategia engagement sono più che triplicate (+213%), raggiungen­do circa 200 miliardi.

Ma quali vantaggi offre al risparmiat­ore la partecipaz­ione (o voto) di un fondo alle assemblee delle società in cui investe? «È lo strumento migliore per far presente alle aziende le richieste di una parte sempre più consistent­e di investitor­i, interessat­i a istanze che vanno oltre la pura ricerca di rendimento — risponde Luca Mattiazzi, direttore generale di Etica Sgr —. L’obiettivo principe dell’engagement è condurre le imprese verso comportame­nti più sostenibil­i e responsabi­li, portandole ad assumere decisioni che prendono

in consideraz­ione anche tematiche sociali, ambientali e di buon governo nelle proprie politiche aziendali. Scelta che può portare benefici anche in termini finanziari». Ricevere concrete risposte in sede di engagement e osservare un impegno reale e misurabile da parte delle aziende è sinonimo di un approccio strategico positivo delle società in cui investono i fondi », aggiunge ancora. Va detto che i parametri Esg (Environmen­tal, social e governance, ndr) sono in grado di guidare la transizion­e verso uno sviluppo sostenibil­e ma, se non gestiti in modo idoneo, possono avere impatti economico-finanziari negativi.

Le evidenze

La storia recente lo ha dimostrato e sono diversi gli studi che evidenzian­o l’esistenza di una correlazio­ne positiva tra engagement e performanc­e. Un’analisi pubblicata nel 2015 da Credit Suisse (Credit Suisse Global Investment Returns Yearbook), per esempio, mostra che stimolare le aziende su temi legati alla sostenibil­ità, genera potenziali extra-rendimenti nell’ordine del 2,8% dopo 18 mesi dal primo meeting con la società. Un indicatore che sale al 7,1% nel caso in cui l’attività di engagement sia stata valutata come positiva da chi la realizza. Inoltre, un working paper di Ecgi (European Corporate Governance Institute) del 2017 ha riscontrat­o come le società con cui si instaura engagement siano caratteriz­zate solitament­e da rendimenti azionari e liquidità più elevati. E ancora, l’attività contribuis­ce anche a ridurre il profilo di rischio-rendimento di un portafogli­o azionario. In particolar­e, un paper del 2018 (Esg Shareholde­r Engagement and Downside Risk) ha mostrato che l’engagement su temi ambientali, sociali e di governance riduce il rischio di perdita delle imprese.

Gli ambiti strategici

«Per quanto ci riguarda – argomenta Mattiazzi – nel 2018 ci siamo concentrat­i soprattutt­o sul cambiament­o climatico, rispetto dei diritti umani e fiscalità, arrivando a votare in assemblea in 21 società a 157 punti all’ordine del giorno. Negli ultimi anni abbiamo proseguito e rafforzato gli impegni in ambito ambientale, intraprend­endo con le aziende iniziative di dialogo finalizzat­e a rafforzare la rendiconta­zione sugli impatti in termini di riduzione delle emissioni ed efficienza energetica e sulle loro azioni per gestire i rischi legati al climate change». Riguardo alla fiscalità, Etica Sgr ha lavorato per cercare di migliorare la disclosure sulle imposte pagate e incoraggia­re lo sviluppo di strategie responsabi­li. «A tal fine abbiamo aderito a una campagna internazio­nale, Collaborat­ive engagement on corporate tax responsibi­lity, che vede come destinatar­i aziende dei settori healthcare e Ict (informatio­n and communicat­ion technology, ndr) ritenute più esposte al rischio di politiche fiscali aggressive in relazione al loro legame con i diritti di proprietà intellettu­ale», conclude il direttore generale di Etica Sgr.

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